L’ITALIA DEI TRENINI PERDUTI

 

 

(testo e immagini di Gianfranco Bernardi)

 

 

 

 

 

Breve storia di una società nata nell'immediato dopoguerra (1946) per la costruzione di giocattoli elettromeccanici, la GEMMA: Giocattoli ElettroMeccanici Minuterie Affini.


Era una piccola fabbrica con circa una quindicina di persone tra operaie ed impiegati con sede in Monza in Via Borgazzi 4, i principali soci fondatori sono stati :
Ing. Giuseppe Bauchiero Consigliere delegato della G.G.S. SPA Monza
Rag. Emanuele Ruini Direttore Amministrativo della C.G.S. SPA Monza
Direttore della Gemma era l'Ing. Mario Zucconi proveniente dalla Allocchio Bacchini & C. SPA. di Milano

 

 

 

Fui assunto nei primi mesi del 1947 come impiegato di 3° categoria con mansioni di assistente al montaggio e collaudatore del prodotto finito.
Praticamente ero pagato per giocare con i trenini e per fare delle costruzioni con il meccano.


Si lavorava tutti con grande entusiasmo e ricordo ancora con affetto il capo officina sig. Ferri, mio maestro di vita, da cui ho imparato moltissimo sull'uso delle varie macchine utensili presenti, non perché le dovessi usare ma solo per mia conoscenza personale.
Eravamo tutti entusiasti del prodotto finale: specie per i treni che in alcuni componenti erano estremamente aderenti alla realtà: mi riferisco principalmente al carrello che montava balestre fatte realmente con lamine di acciaio di lunghezza diversa montate una sull'altra come quelle vere, ed anche il pantografo ed il binario con traversine in legno dimostravano la pignoleria con cui erano costruiti. I modelli dei treni erano tre, tutti uguali, cambiava solo la lunghezza, cioè ad una, due o tre vetture. La trazione era assicurata da un motore posto all'interno ed al centro di ogni vettura che, con un albero di trasmissione ed ingranaggi conici, trasmetteva il moto al carrello e quindi alle ruote che erano tutte motrici. Un altro particolare degno di nota erano i pali della linea elettrica costruiti in acciaio rastremato che riproducevano fedelmente i pali Mannesmann originali. Anche per la costruzione del meccano "Leonardo" si faceva uso unicamente di lamiere inox i cui pezzi tranciati erano poi sabbiati e passivati in modo da dare al pezzo finito un colore grigio ferro.


Tutto quanto detto portò i costi di produzione e quindi i prezzi di vendita ad un livello non concorrenziale rispetto ad altri produttori, restringendo così il bacino di probabili acquirenti in una nicchia molto stretta. la GEMMA, anche se presente in molte manifestazioni fieristiche, non riuscì mai a decollare, in conseguenza di ciò cambiò il suo indirizzo produttivo e, senza tralasciare i giocattoli, si interessò anche del montaggio conto terzi, fui responsabilizzato per questa nuova attività e passato impiegato di 2° categoria: però a metà del 1952 abbandonai la GEMMA per passare alla Allocchio Bacchini, reparto radio professionale, più consono alle mie aspirazioni e conoscenze.
Venni poi a sapere che dopo qualche anno la GEMMA chiuse definitivamente.

 


La società aveva tre linee di produzione:

 

- Il meccano " LEONARDO " realizzato interamente in acciaio inox per quanto riguarda i lamierati ed in zama per ruote ed ingranaggi.

- Un meccano elettromeccanico su licenza francese "MULTIMOTORE"

- I treni elettrici scartamento "zero" in tre modelli ad una, due e tre vetture

 

 

Pagina pubblicitaria estratta da "La rivista del Giocattolo" n.5 del Giugno 1947 (grazie a Massimo Ciarapica)

 

 

Il meccano era in cinque assortimenti:
Alpha, Beta, Gamma, Delta, Epsilon. La prima edizione del catalogo è datata 1946 e non riporta materiale ferroviario.

I pezzi erano tranciati da lamiere inox, poi sabbiati e passivati in modo da dare al pezzo finito un colore grigio ferro. Però i ruotismi e gli ingranaggi era in zama, soggetta purtroppo a disastrosi sbriciolamenti.

 

Pubblicità d'epoca

 

 

Il treno elettrico era un sistema completo con una elegantissima motrice elettrica in tre configurazioni, binari, linea aerea, alimentatore. Era in metallo, in scala zero e per quanto la brochure qua sotto parli di "esatta riproduzione in miniatura delle analoghe costruzioni in uso normale nelle FF.SS." purtroppo le FS non hanno mai avuto in dotazione elettromotrici così belle.

 

 

Per alcuni particolari come i componenti in fusione, i motorini elettrici, la palificazione delle linee aree ed i sistemi di controllo degli scambi elettrici e del moto dei treni ci si avvaleva della collaborazione di ditte esterne.

 

La trazione era assicurata da un motore posto all'interno ed al centro di ogni vettura che, con un albero di trasmissione ed ingranaggi conici, trasmetteva il moto al carrello e quindi alle ruote che erano tutte motrici.
 

Brochure d'epoca

 

 

I treni erano riprodotti con molta pignoleria nelle parti meccaniche per l'aderenza al vero, così da far lievitare i costi di produzione e di conseguenza il prezzo di vendita a livelli troppo alti per poter essere competitivi sul mercato. Un esempio è il carrello ed il binario; in particolare questo ultimo ero costruito con vere traversine in legno agganciate una per una al binario con appositi gancetti.

 

Il binario con le traversine in legno

 

 

Pubblicità con i trasformatori

 

 

Carrozzeria metallo, notare la complessità e la finezza del pantografo (grazie a Roberto Preosto)

 

Una testata (grazie a Roberto Preosto)

 

Si nota anche un carrello motore (grazie a Roberto Preosto)

 

 

Alcuni carrelli, tra cui quello che serviva da giunto per le configurazioni doppia e tripla (grazie a Roberto Preosto)

 

Il carrello  montava balestre fatte realmente con lamine di acciaio di lunghezza diversa montate una sull'altra come quelle vere, ed anche il pantografo ed il binario con traversine in legno dimostravano la pignoleria con cui erano costruiti.

 

La fiancata dl carrello, estremamente raffinata per il periodo (grazie a Roberto Preosto)

 

 

Una ruota col logo della ditta (grazie a Roberto Preosto)

 

 

I pali della linea elettrica erano costruiti in acciaio rastremato che riproduceva fedelmente i pali Mannesmann originali.

 

Pali per catenaria, illuminazione e un semaforo doppio (grazie a Roberto Preosto)

 

 

Il 18 Maggio 2000 in un'asta di Christie's a South Kensington una locomotiva GEMMA a due unità è stata aggiudicata per 763 sterline (oltre al 20% per la casa d'aste)

 

Il modello dell'asta Christie's (grazie a Bruno)

 

 

 

Alcune immagini storiche

 

 

 

 

foto del 2015

Gianfranco Bernardi

 

§ § § § § § §

 

Un doveroso e sentito grazie a Gianfranco Bernardi, testimone diretto, per il testo e le rarissime immagini.

Grazie anche a : Roberto Preosto, Massimo Ciarapica, Luciano Luppi, Bruno

 

Le altre marche

Industria italiana modellismo