(di Massimo Cecchetti)

 

 LOCOMOTIVA AMERICANA SWITCHER 0-6-0

fermodellista Sig. Franco Panzolini – Modena

testo e ripristini fotografici Massimo Cecchetti

 

L'America, all'entrata in guerra nel 1917 contro Germania e Austria-Ungheria, possedeva un parco ferroviario inadeguato, con scali ferroviari insufficienti e materiale rotabile inadatto. Il Presidente Thomas Woodrow Wilson approvò la nazionalizzazione e l'unificazione delle ferrovie (USRA) con la messa in cantiere di 100.000 carri e 1930 locomotive a vapore standardizzate e unificate. A seconda dell'armamento, vennero progettate in versione leggera (Light) o pesante (Heavy).  Nel 1918 fu emesso il Railroad Control Act che garantiva, in una situazione più propizia, il rientro delle locomotive alle rispettive compagnie, che si videro così ammodernare parco macchine e linee di traffico senza alcune spesa.

Nella foto una switcher 0-6-0, con la sua architettura terribilmente americana, in una delle sue numerose varianti e che è l'oggetto dell'elaborazione del fermodellista Panzolini.

 

L'anello mancante nel 1958

Parlo di anello mancante in quanto il vapore da manovra americano di Rivarossi prevedeva, nel 1958, solo la storica e datata B&O (L B&O/R).  Non un grande sforzo industriale per coprire la lacuna. Lo stesso prototipo verrà prodotto da Rivarossi solo nel 1968 (art. 1264) mentre la grande e fortunata (L 0-8-0/R) sarà consegnata solo a partire dall'autunno del 1961-62.

Ci penserà dunque il fermodellista Panzolini a ricoprire l'assenza con la realizzazione di una locomotiva dal rodiggio semplice ma potente, adatta allo smistamento ma anche,  fermodellisticamente parlando, a piccoli convogli merci e passeggeri.

 

Il modello

Il fermodellista inizia la realizzazione partendo dal telaio mediante due  longheroni 1x10 cm, saldati tra loro, con gli scavi per gli assi e una piastrina avvitata ferma-assi. Lo stesso farà per il tender usando, per la carrozzeria, lamierino stagnato. E saranno aggiunti i carrelli SFN 573, la scaletta SFN 354 e i predellini provenienti da una  scatola di montaggio di una B&O. Gli assi saranno due SFN 1125/N e l'asse motore SFN1127/N con una vite senza fine, proveniente da quelle in uso sulle A FM e calettata su un motore SFN 1677. Dalla stessa scatola di montaggio B&O Panzolini ricaverà anche le due testa-croce, i guida-slitta e il blocco cilindri. Autocostruito interamente anche il biellismo fissato alle ruote con le viti SFN 262 e 264.

Il pezzoforte dei ricambi, l'articolo SFN 566 (caldaia completa per L SP). In azzurro sono indicati i sezionamenti eseguiti sul pezzo originale mentre in rosso è indicata una delle due pompe presenti sul corpo caldaia e che resteranno sul modello. Fortunatamente Rivarossi aveva ricavato corpo caldaia e duomi da reali prototipi per cui non è stato molto difficile per il fermodellista riprodurre la loco, forte del fatto che, come si diceva poco sopra, il parco motore americano era stato fortemente standardizzato. Sono stati aggiunti anche due serbatoi cilindrici (in verde sul disegno), ricavati da tubetto d'ottone. 

Altri tre ricambi di estrema facilità di acquisizione. I cataloghi ricambi erano una fonte inesauribile di componentistica, praticamente quasi tutti i componenti dei nostri treni. Bastava rivolgersi al proprio rivenditore o scrivere direttamente a Como. A stretto giro di posta (è testimone chi vi scrive) il vostro pezzo era sul tavolo. Qui tre ricambi esteticamente significativi: i carrelli del tender e la campanella provenienti dalla L SP ed il coperchio della camera a fumo proveniente dalla suindicata scatola di montaggio B&O.

 

  

Infine la strana colorazione che ci ha lasciato un poco perplessi. La verniciatura, generalmente in quegli anni data a pennello (e più raramente ad aerografo) è stata volutamente indirizzata verso una tinteggiatura desueta. Dice lo stesso fermodellista:  “...per poter conferire al modello l'aspetto di una locomotiva esposta da lungo tempo agli agenti atmosferici ed alle tipiche condizioni del funzionamento a vapore...”.

Nel dettaglio fotografico l'effetto cercato dal Sig. Panzolini;  non comprendendolo appieno, data la notevole competenza dell'Autore, ci limitiamo a riprodurre e a sottoporlo al giudizio dei lettori.  Ma teniamo anche conto di una scadente interpretazione delle immagini dovuta alla mediocre qualità di stampa degli H0rivarossi.

 

Diamoci da fare