(di Massimo Cecchetti)
SABRE & WILLYS un modo nuovo di fare modellismo
All'inizio degli anni '50 Rivarossi intraprende una fase di potenziamento della sua struttura commerciale offrendosi di importare svariati brand, alcuni appena affermati altri da poco emergenti. Lo scopo era quello di imboccare nuove strade in nuovi orizzonti commerciali fatti sia di semplici scambi commerciali sia di nuove tessiture industriali, come quelle che vedremo in quest'articolo.
Tra le più diffuse proposte di mix seriali Rivarossi degli anni '60: il pianale americano C Flat/2, privato di stanti e volantino freno ed accoppiato ad un carro armato Sherman di Roco (art. 32054). Ne seguiranno altre, in svariate combinazioni, presentate nei cataloghi generali, con carri armati, autoveicoli e motrici militari e perfino un missile ferrotrasportato. Il flat americano è tampografato però con diciture di servizio italiane.
SABRE F86E fermodellista: Redazione H0rr - Como anno 1956
Il numero 16 di H0rr, ottobre 1956, propone, nella rubrica “vetrina delle novità”, una semplicissima quanto efficace elaborazione tra un kit commerciale e due carri Rivarossi. L'elaborazione è frutto dei tecnici Rivarossi, evidentemente con lo scopo di incrementare le vendite della ditta inglese. Una cosetta semplice e divertente che dimostra la volontà di Como di coinvolgere i fermodellisti italiani nelle numerose possibilità di intervento mediante l'integrazione dei propri modelli con altri provenienti dalle Ditte rappresentate. L'elaborazione, quasi una proposta commerciale, consisteva nell'acquisto di un kit della Ditta inglese INTERNATIONAL MODEL AIRCRAFT Ltd. che offriva, in quell'anno, 6 aerei in polistirene, dal “sorprendente realismo”. La scala dell'aereo (1/72), molto vicina alla canonica rivarossiana, influiva pochissimo sull'equilibrio estetico tra i modelli in quanto le proporzioni dell'aereo, di difficile raffronto al vero, garantivano una buona tolleranza visiva e volumetrica dell'insieme. Ovviamente occorreva acquistare (...o destinare...) anche due pianali Rivarossi C Poz e C Poz/g.
Il kit della International Model Aircraft, semi-montato (come indicato nel testo) e suddiviso sui pianali a carrelli Rivarossi. Con poca fatica il piccolo convoglio potrà essere subito pronto per l'inserimento in un convoglio merci italiano.
Si trattava semplicemente di assemblare il corpo del velivolo in tutte le sue parti, non molte per la verità, e di sistemare il tutto sui due classici pianali Rivarossi. La fusoliera del reattore riempiva completamente un pianale mentre ali, serbatoi supplementari e piani di coda erano trasportati dal pianale con garitta. Il kit garantiva anche una notevole facilità di montaggio non solo grazie alla sua semplicità costruttiva ma anche alla speciale nuova colla per polistirene, presente nella confezione, rapida ed efficace. Non era neanche necessario colorare il modello in quanto la plastica era già pigmentata in massa, nel classico argento aeronautico. Unico suggerimento un po' strano ci pare l'indicazione di colorare anche la figurina del pilota (improbabile la sua presenza in cabina in fase di trasporto del veicolo). Ma forse l'indicazione si riferiva all'uso del modello come soprammobile, essendo la confezione dotata di apposito piedistallo espositivo. Alla fine un bel lavoretto, facile facile ed una buona idea per diversificare finalmente i carichi dei carri merce, troppe volte limitati al solo carbone, alle travi di legno o a qualche automobile.
JEEP WILLYS fermodellisti: Sigg. Antonio e Angelo Strino – La Spezia anno 1955
Il modello Wiking, da pochissimi anni in produzione. Lo stampo, abbastanza grossolano, riproduce, con buona fedeltà, il classico automezzo militare americano, progettato e realizzato in milioni di esemplari. Alla fine della II^ Guerra Mondiale, l'Europa si trovò invasa da queste vetture che gradualmente venivano ricondizionate ad usi civili.
Il modello Wiking Jeep T1, grazioso ma spartano nella sua realizzazione, è oggetto di una piacevolissima elaborazione, anche questa semplice e alla portata di tutti. Si trattava di trasformare il classico veicolo, progettato per l'esercito americano negli anni 1938-1940, in un veicolo ferroviario con la semplice sostituzione dei 4 assi gommati in altrettanti per uso ferroviario. I Sigg. Strino optano per gli assi ferroviari SFN 578 (gli assi dei carrelli americani) di diam. 9 mm applicati al posto degli assi gommati del piccolo modello.
il disegno originale dei due fermodellisti illustra chiaramente la realizzazione del progettino realizzato con l'aggiunta di un piccolo telaio sagomato (un pezzo di reggetta metallica sagomata) e di una piccola limatura sul fondo del modello con lo scopo di ospitare il maggior diametro dell'asse Rivarossi rispetto alla sottile asticciola metallica del modello Wiking. Gli assi ferroviari risultano sovradimensionati (come dichiarato dagli stessi autori) ma anche qui la sproporzione non influisce negativamente sull' equilibrio estetico del nuovo modello.
Il modellino finito e fotografato dagli stessi autori. Un semplicissimo passatempo, pochissime ore per la lavorazione, un costo irrisorio. Uno splendido dettaglio sul plastico, relegato in qualche tronchino (il modellino è statico) in prossimità di uno scalo merci o del deposito locomotive. I fermodellisti italiani erano contenti e Rivarossi aveva perfettamente risposto alle esigenze commerciali del suo ruolo di importatore. |