Rivarossi Serie Verde

di Paolo Giacobbo

 

 

Immaginatevi un bambino  che aveva avuto in dono il primo trenino, un 424 Rivarossi

 

 

 

con tre carri merci ed un ovale di binario, per il Natale 1954 e nei mesi successivi, fantasticava sul catalogo della casa di Como, senza mai aver sentito parlare della Serie Verde comparsa per l’ ultima volta nel catalogo 1953

 

 

 

Nell’ Aprile del ’55 per il suo compleanno,  chiese in dono al  babbo una locomotiva da manovra e per questo egli lo condusse nel negozio vicentino del suo amico Fioralpino (detto Bepi).

Quest’ ultimo che, a scapito del suo nome, era un omone grande e grosso, era già stato l’esimio fornitore del 424 .

”Mio figlio vorrebbe un altro trenino, anche se non capisco cosa vuol farne visto che già ne ha uno" esordi il padre, che aveva uno spiccato spirito collezionistico, "vorrebbe una macchinetta da manovra, ma io sono un po’ al verde!”

Quanto a spirito marketing , il Bepi doveva averne almeno quanto quello collezionistico di quel babbo: ”io veramente qualcosa di verde ce l’ avrei", gli rispose, "ti vado a prendere una confezione che mi è rimasta in negozio da più di due anni: già costava poco, poi, visto che nessuno la vuole, ti posso fare il 25% di sconto”

E fu così che quel bambino si trovò inaspettatamente in possesso di una strana scatola verde con una B&O 97

 

 

 

e tre carri merci

 

 

 

che non appariva sul suo catalogo … però  almeno la locomotiva sul catalogo del ’54 c’ era ( ancora )….!!

 

 

 

ed è ancor oggi bella e pimpante

 

 

 

nella sua livrea nera semplice ma elegante .

 

Non si sa bene se i colori delle altre serie Rivarossi potessero avere un significato particolare: a quel tempo rosso e blu erano, agli occhi di un bambino di sei anni,  i colori della terribile matita con cui il maestro a scuola segnava implacabilmente gli errori, mentre veniva spontaneo associare il verde (ci scusino gli ecologisti) a qualcosa di economico ….

Decisamente strani erano i binari contenuti in quella scatola, che ,con le loro traverse diradate, ricordavano quelli dei trenini a molla di latta, come pure i ganci “economici“ che imponevano di chiedere alla mamma del filo da cucire, non certo previsto nelle istruzioni d’ uso, per unire questi carri agli altri.

Da allora la Serie Verde di quel bambino, ora settantenne si è arricchita poco a poco.

 

La seconda ad arrivare è stata la confezione I 626 / V, dotata di un 626 in bakelite rossa, tetto argento e pantografi “a ricciolo“

 

 

 

e due vetture centoporte in bakelite verde.

 

Il 626 di quest’ altra confezione è dotato invece di pantografi fissi

 

 

 

e, stranamente, di respingenti molleggiati con guaina bruna

 

Effettivamente la maggior parte  dei 626 contenuti in queste scatole avevano i pantografi fissi , eccone qui un altro con gli striscianti di tipo diverso

 

 

 

e spesso la tonalità della bakelite poteva variare per le singole parti della sovrastruttura .

 

Poi, negli anni ’60,  all’ epoca in cui non era ancora necessario fare un mutuo per acquistarle, sono arrivate tre confezioni I AN1/V con automotrici dalle diverse livree: rossa

 

 

 

bruna

 

 

 

 

e blu

 

 

 

decisamente le scatole delle I AN/V  erano troppo grandi per il loro contenuto e la solitaria automotrice doveva trovarsi un po’ “persa” dentro di esse .

Le prime confezioni  della Serie Verde, prodotte dal ’50 al ’52,  portano l’ illustrazione dei principali potenti mezzi Rivarossi dell’ epoca

 

 

 

Quelle vendute tra il ’52 ed il ’53, hanno il coperchio illustrato con il cane che, osservando la L 221/R, sembra dire, con la sua espressione perplessa, che una locomotiva simile in testa ad un convoglio FS non l’aveva mai vista

 

 

 

Le prime, in genere, hanno i mezzi contenuti negli appositi ritagli del cartoncino interno

 

 

 

mentre nelle ultime locomotive e vagoni riposano più comodamente in pochettes individuali

 

 

 

Poi, da ultime, sono arrivate, una di seguito all’ altra, due confezioni I 626 M / V

 

 

 

non repertoriate in alcun catalogo.

 

La prima

 

 

 

è quasi sicuramente del ’52, visto il locomotore con cofani del primo tipo, telaio e corpo cabina del secondo

 

 

 

che si fa fotografare nel  suo abito elegante in bakelite bruna ed i suoi tre carri merci  C P/V, C T/V, e CLtm/V

 

 

 

quest’ultimo nella rara versione in bakelite verde

 

 

 

Tutto il materiale  di questo set è dotato dei ganci economici Serie Verde

 

 

 

L’ ultimo arrivato è questo secondo set I 626 M/V

 

 

 

Con un 626 in bachelite rosso-opaco

 

 

 

tetto non verniciato e ganci standard che non richiedono il filo da cucire della mamma...

Anche qui la confezione è completata da tre carri merci

 

 

 

Questo set è stato prodotto nel ’53 e probabilmente fa parte dell’ ultimo lotto di confezioni della Serie Verde.

 

Da notare che il Bepi/ Fioralpino aveva tentato senza successo di propinare al padre in questione  anche l’unico set in scala O venduto da Rivarossi in quegli anni e di cui si è trattato in questo sito nella Scala 0 e nell'Italia dei trenini perduti INCO-Hoplà

 

 

 

Le sigle Rivarossi terminanti con la “V” sopravvissero comunque alla fine della Serie Verde e continuarono a caratterizzare, in uno strano connubio con la “R” della  serie Rossa, articoli “economici”, quali ad esempio questa E626

 

 

 

ed alcune confezioni, quale questa I 626 M/V

 

 

 

 

mentre nel ’54 alla vecchia B&O 97 si affianca la “nuova” 98 che compare per la prima volta in questa scatola non più verde, ma di modeste dimensioni

 

 

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