PLASTICO
"DELLE CURVE"
In
questo plastico i tecnici Rivarossi superarono se stessi. Disponevano ormai,
siamo infatti alla fine del 1959, di un collaudato sistema di armamento,
semafori, catenaria, alimentatori e di un numeroso ed efficiente parco rotabile.
Ma il problema nascente in quegli anni era sviluppare la piccola ferrovia nel
poco spazio che le case disponevano. Il trenino non era più un gioco legato alle
famiglie benestanti (spesso con molto spazio a disposizione) ma il target si era
spostato verso fasce di acquirenti più numerosi ma con economie domestiche
contenute e con spazi abitativi limitati. Era dunque necessario (anche per non
turbare troppo mamme e mogli)
proporre tracciati piccoli ma ricchi nello sviluppo di binari, per non
interferire negativamente sugli acquisti e conseguenti negative ricadute sulla
produzione. Era evidente che promuovendo tracciati con molti binari di
raddoppio e di ricovero questi avrebbero prodotto anche l'acquisto di un maggior
numero di locomotive, carrozze e carri. Ma ritorniamo al plastico, tutto
sviluppato su un tracciato in curva per contenere le dimensione del tavolo
(150x158) ma con notevole effetto estetico e dinamico per lo sviluppo verticale
delle sopraelevazioni. Le stazioni sono ancora le vecchie "Doriano" e "Bellaria"
in quanto il sistema di marciapiedi e stazioni sarebbe entrato in produzione
solo l'anno dopo e comunque i marciapiedi in curva (non previsti) non ne avrebbe
permesso la realizzazione.
Come appare dalla foto del retro i due trasformatori RT3, affiancati da due
VAmetri, alimentano indipendentemente binario e catenaria aumentando così le
possibilità di movimento dei treni. Il plastico appare illustrato e spiegato
nella sua costruzione nei numeri 40 e 41 di HORivarossi (con lo schema dei
collegamenti elettrici e il tracciato completo) e sul "Manuale dei tracciati"
con ottimi consigli anche sulla costruzione delle strutture in legno e sullo
sviluppo del paesaggio. L'effetto ferroviario e paesaggistico risultante è
straordinariamente ricco, complesso e dinamico e riesce a contenere il notevole
sviluppo ferroviario equilibrandolo in un ambito montano armonioso e credibile.
Le buone possibilità di corsa, di manovra e di ricovero dei treni sviluppano in
noi, ancora oggi, la voglia di mettere mano alla sua realizzazione.
|