I Plastici originali di Rivarossi
(Testo e immagini di Massimo Cecchetti)
PLASTICO U.S.A. Il mercato americano ha sempre fortemente inciso sulla produzione di Rivarossi e fu giustamente oggetto di grandissimo interesse da parte dallo staff direttivo. Quello sterminato e ricco paese aveva le carte in regola per dimostrarsi un buon cliente e la casa di Como rispettò sempre le prerogative essenziali che il fermodellista americano pretendeva: robustezza, semplicità di funzionamento, realismo. Oltretutto i prototipi americani da riprodurre, di generose dimensioni rispetto alle sagome standard europee, permettevano ai tecnici Rivarossi di poter rispettare quasi sempre la scala 1/87, consentendo corrette riproduzioni entro le norme N.M.R.A. Le verniciature poi, sempre eccellenti in Rivarossi, trovavano nelle straordinarie varietà di livree delle compagnie americane, un considerevole sviluppo commerciale, riducendo costi e proponendo variazioni continue e sempre gradite. Dunque un mercato straordinario per vastità e continuità commerciale e che permise a Como di tenere aperti i battenti anche quando il mercato europeo si trovò in crisi. Il plastico, l'unico di cui rimanga traccia fotografica e di cui non si conosce il tracciato, appare organizzato, a guardare le foto, almeno su tre livelli, dunque probabilmente abbastanza grande. Montava l'armamento tipico della produzione Rivarossi (...purtroppo anche i semafori, decisamente italiani...) e naturalmente tutto il materiale rotabile della casa comprese le ultime novità dell'anno. Gli edifici, invece, erano tutti di produzione Revell e nelle foto che ci sono giunte appare quasi tutta la produzione della casa di quegli anni. I ponti sono invece i soliti Vollmer, visti anche in altri plastici, molto "tedeschi", ma che si inserivano bene nella struttura. Anno 1961 la probabile datazione del plastico, in quanto nelle foto appaiono la deliziosa due assi B&O (art.1225) e la bella 0-8-0/R (art.1224) presentate come novità proprio in quel periodo. Nelle immagini sono visibili anche una magnifica locomotiva diesel (C-Liner - Bo+BO), tra le prime prodotte per gli USA, qui nella stupenda livrea gialla e grigio scuro della Union Pacific, una A DA/R (1959), affascinante "invenzione" a due assi (telaio derivato dalla "badoniana" A BL/R che apparve, pure lei, nel mercato americano, addirittura in due livree), una elegantissima ma poco veritiera 2-8-0 (qui siglata solo "280" sul tender), ricavata dalla americanizzazione della nostra 740. Ovviamente tutte al traino, dei moltissimi e variegati convogli merci, uno più bello dell'altro e delle carrozze passeggeri, altro vanto della produzione Rivarossi. Ma è proprio sui carri merce che espolode la bravura e la passione dei tecnici di Como: belli, completi, coloratissimi, coerenti nelle cromie e nelle tampografie, ricchi di dettagli e raffinati nelle incisioni degli stampi. Ma sopratutto tanti, a coprire le svariatissime tipologie americane, dal caboose al tank, dal Box al Flat fino ai carichi speciali, alle tramogge, agli spazzaneve. Nelle foto a noi giunte si intravvedono anche anche le splendide carrozze passeggeri che sarebbero addirittura oggetto di una propria trattazione, tutte con le più accattivanti livree, una più bella dell'altra, spesso in esatta scala anche in lunghezza. Un altro trionfo per la casa italiana, un successo per il mercato americano, una gioia per il fermodellisti d'oltreoceano, un grandissimo "made in italy".
Gruppo Fermodellistico Genovese
Nel 1966 il Gruppo Fermodellistico Genovese visita gli stabilimenti di Como ed ammira, esposti in quella che oggi chiameremmo la show room aziendale, due plastici di cui uno di stile americano.
Si tratta quasi sicuramente del plastico in questione e che almeno lo certifica funzionante ancora sei anni dopo la sue prime apparizioni sulle copertine di H0rivarossi (N. 45 e 46), nel 1961. Nel 1966 appare ancora (e per l’ultima volta) sulle pagine della rivista, ormai definitivamente inglobata in Italmodel ferrovie, ma per servire da set fotografico alla presentazione di nuovi modelli. Ecco la sequenza fotografica da cui possiamo osservare, grazie a prospettive interessanti, ancora qualche scorcio:
Un bel ¾ dall’alto dell’area centrale. Si possono notare con estrema chiarezza i tre livelli del tracciato, ancora sconosciuto. La splendida 2-8-4 Berkshire, assieme alla Fairbanks Morse 5801 Pennsylvania con sirena mostrano tutta la loro potenza; la diesel è un po’ costretta nel troppo piccolo tronchino che sfoggia però il nuovo terminale.
Anche qui un primo piano promozionale per la carrozza postale su carrelli a tre assi. Sullo sfondo un deposito locomotive ad una via, la torre e la colonna dell’acqua, quasi a ridosso dei ponti.
I due capolavori di Rivarossi: l’impagabile 4-6-4 Hudson J3a e l’altrettanto stupefacente 4-8-8-2 Cab Forward AC11 fanno bella mostra di sé nel tratto d’uscito dei ponti. Unica nota stonata il segnale “italiano” che quasi scompare, però, davanti all’imponenza dei due modelli.
ancora uno scatto nell’area antistante la stazione, con in primo piano una carrozza a carrelli Santa Fe. La piccola fermata viaggiatori Revell era stata inserita per ambientare le locomotive “old time” provenienti dalla produzione Pocher.
Alessandro Rossi
Il plastico americano in una rara immagine a colori databile alla fine degli anni '60. L'immagine è tratta da una pagina pubblicitaria dove lo stesso Alessandro Rossi (il Fondatore) siede di fronte al plastico, sul quale come rotabili oltre a vari carri merci troviamo una diesel Krauss-Maffei in doppia trazione, una Reno a vapore e le carrozze passeggeri "Heavy Weight". La presenza dei rotabili "old time" di origine Pocher (Reno e carri trainati) ha portato ad un aggiornamento del plastico con la sostituzione di un deposito locomotive con la stazione “old time” di Revell |