RRagazzi RRivarossi IL MICROPLASTICO DI GIORGIO SPOLAOR testo di Massimo Cecchetti Con piacere mi rimetto a scrivere dei plastici di Giorgio Spolaor. Questo RRagazzo RRivarossi continua a sfornare piccoli e grandi plastici, tutti progettati e costruiti col solo materiale Rivarossi, rotabile, di armamento e di sistema. A pieno titolo egli appare nelle pagine dedicate ai Ragazzi Rivarossi anche se le sue realizzazioni sono contemporanee. Il piccolo plastico (130 x 88), oltretutto pieghevole, che presentiamo in queste pagine ci fa comprendere immediatamente come Giorgio abbia assorbito totalmente gusto ed estetica della Rivarossi degli anni '60. Solo ad osservare il tracciato si capisce come un semplice ovale, con la linea principale interrotta da una deviata verso la FV ed un trochino, faccia venire in mente il manuale “20 plastici Rivarossi” edito da Briano Editore – Genova nel 1965. Anche la logica ferroviaria si presta, più che a rappresentare un vero tracciato ferroviario, a riprodurre ciò che a noi sarebbe piaciuto vedere nella realizzazione di un tratto di ferrovia.
il disegno del tracciato, di mano dell'autore del plastico. Anche dal solo semplice schema appare evidente il gusto per i plastici Rivarossi. Tutti gli accessori, ponte, edifici, portali di galleria appartengono alle ditte Faller, Vollmer, Preiser.
una complessiva di ¾ del plastico ma con una vista quasi frontale della FV Dubino. La stazione è qui rappresentata nella sua composizione più semplice e più famosa: FV e due banchine terminali con gabinetti e piccolo magazzino. Giorgio ha terminato la catenaria del tronchino con un semplice palo, mancando da sempre, nei cataloghi RR, il palo terminale. Ricordiamo infatti che anche i tecnici di Como ricorrevano a saldature d'occasione, per riprodurre questo particolare, posto sull'asse mediano del binario.
ripresa diametralmente opposta alla precedente. Anche qui è evidente il nitore dell'impostazione. L'occhio scorre tranquillo sul plastico, sui suoi edifici e sui suoi binari, senza l'esagerata compressione di spazi di chi pretende troppo dal suo piccolo impianto. Forse il posto di blocco poteva essere sistemato più lateralmente a vantaggio di un piccolo scalo merci. Ben visibili le paretine di fine impianto con riprodotto uno sfondo fotografico molto realistico.
un piano più ravvicinato del plastico dove, sull'angolo in basso a dx, si nota il passaggio a livello liberamente trattato da Giorgio per adattarlo alle rotaie curve RC 80. Le sbarre provengono da un PL (5105) evidente frutto di elaborazione. La staccionata SM 119 isola perfettamente l'area ferroviaria dall'area civile.
il plastico in fase di costruzione. Una carrozza è pronta a verificare la corretta posizione dei portali di galleria ed il 424 sta per testare il piano di stazione e gli unici due scambi elettrici del circuito. In questa foto ci appare, forse per la prima volta, la massicciata Noch che ricrea quasi perfettamente lo spirito dei plastici Rivarossi. Un prodotto non particolarmente economico ma dalla resa superlativa nella definitiva mancanza della cara e rassicurante massicciata Rivarossi MA/RDC.
bellissimo primo piano del ponte Faller e del piccolo fiume che sovrappassa. Come i plastici originali RR, questo piccolo impianto offre la possibilità di una grande varietà di spunti fotografici unita ad una notevole esposizione di modelli rotabili e fissi le cui marche erano rappresentate in Italia da Rivarossi.
cosa pretendere di più da un RRagazzo RRivarossi? La perfetta ricostruzione di un plastico Rivarossi ci fa dimenticare il tempo trascorso e ci permette di verificare, una volta di più, la straordinaria bellezza degli stampi ed il loro oculato progetto. Nella foto il casello del PL, offerto intorno alla metà degli anni '60 anche come scatola trenHObby (art. 15513), è ingentilito ed animato da figurini Preiser e da un delizioso ed attento modo di sviluppare la vegetazione.
Il (troppo) basso edificio Faller non sfigura, in questo caso, tra gli alberi del plastico. La poca altezza degli edifici Faller fu un vero cruccio per i fermodellisti, dato che, per molto tempo non disposero altro che di casette e villette Faller ad un piano e dai volumi estremamente ridotti. Certamente erano accettabili come edifici isolati, nei pressi dei boschi o attorniati da graziosi giardini, ma spesso venivano accorpati sino a diventare piccoli villaggi, più per elfi che per esseri umani. Rivarossi trattò sempre questi articoli con molto rispetto del realismo evitando, quando non necessario, i kit più bassi o troppo semplificati a vantaggio di edifici di proporzioni molto più realistiche.
Rivediamo il colore in questa foto che ci mostra come il plastico sia anche pieghevole in senso longitudinale a tutto il vantaggio del minimo spazio occupato. Anche questo un bel vantaggio e ricordiamo che su H0rr i plastici pieghevoli (o in valigia...) erano stati ampiamente illustrati. |