RRagazzi RRivarossi
PLASTICO MARCO MACCHIERALDO di Massimo Cecchetti su traccia dell'autore
Un plastico molto semplice, con uno circuito binari quasi tratto dai manuali Rivarossi o dai tracciati che Como ci regalava, ogni anno, nelle pagine finali dei cataloghi generali. Naturalmente elaborato e completato secondo le esigenze, i gusti dall'autore e lo spazio disponibile. Marco Macchieraldo, classe 1959, si appassiona fin da bambino ai primi treni elettrici di grande produzione industriale (Lima) ma quasi subito, grazie alla complicità del padre, la sua attenzione si sposta sulla produzione Rivarossi. Quasi a seguire un copione il papà regala al figlio, in occasione delle feste di Natale, materiale motore Rivarossi che veniva fatto correre su un piccolo plastico, in piano e senza paesaggio, quasi un test per sgranchire il materiale. Ancora oggi quei doni “classici” (740-233, 851-121, 625-321 e 428-013.), perfettamente conservati e funzionanti, viaggiano orgogliosamente sul plastico attuale. Negli anni '70, seguendo altri interessi, tralascia la passione fermodellistica, smantellando il piccolo plastico originale ma conservando gelosamente il materiale Rivarossi. Ma la prima, originaria passione, covava in silenzio fino a che, poco dopo il 2010, Marco riscopre la passione dei treni. Anche il caso ci mette lo zampino: “... trovai da un rigattiere un plastico da demolire. Era alla pioggia e aveva materiale Lima di scarsa qualità. Lo comprai, smantellai tutto salvando solo gli edifici...”
Il disegno del plastico attuale di Marco, schizzato da lui stesso, costruito al 95% con armamento RR recuperato pazientemente. La sola eccezione: qualche componente Peco o Roco più che altro per sfruttare al massimo lo spazio disponibile (2,60x1,25 m)
Una complessiva a colori del plastico. In questo scatto almeno tre convogli impegnano i binari: due convogli passeggeri transitano o lasciano a S.Nazario, un piccolo convoglio FNM impegna il viadotto mentre una 835, isolata, si accinge a svolgere operazioni di manovra tra lo scalo merci e la FV. Tutto il movimento treni è gestito da semafori SB2.
Come nostra abitudine viriamo in BN le foto che arrivano in redazione quasi esclusivamente a colori. Il BN però restituisce la giusta atmosfera dei plastici Rivarossi ed una sorta di omogeneità tra tutti i plastici dei RRagazzi RRivarossi. In questa inquadratura una vista aerea della zona antistante la stazione. E' in sosta un convoglio passeggeri con carrozze e bagagliaio in livrea grigia. Il 646 tiene correttamente la sinistra. La FNM 270 Castano sta per imboccare il piccolo ponte a travata inferiore. Il plastico (2° e 3° binario) è dotato di catenaria, rigorosamente Rivarossi e perfettamente funzionante.
Una bella ripresa del lato sx del plastico il cui movimento dei treni è gestito da tre trasformatori: due RT2 ed un RT3. I treni viaggiano in automatismo, con il controllo dei segnali di linea SB2, tenendo la mano sinistra, come al vero. Particolare questo sempre caro ad Alessandro Rossi che non mancava mai di sottolineare questo aspetto nei suoi commenti dei plastici di H0rr. La stazione Dubino risulta in una posizione decisamente precaria con il suo marciapiede non allineato al binario di transito. Consigliamo Marco di visitare il plastico “delle curve” nel nostro sito (Plastici originali) o dare un'occhiata a quanto fecero i tecnici RR, in una circostanza simile, consultando i N. 40 e 41 di H0rr (Ottobre-Dicembre 1960).
Una bella foto aerea della stazione di S. Nazario. La 835, ancora in manovra, sta raggiungendo la FV. Lo scalo merci, presente sul plastico, prodotto in plastica pigmentata bianca da Lima (nell'oscuro periodo di cogestione), garantisce la continuità estetica del plastico: gli stampi, per fortuna sempre gli stessi, erano gli originali Rivarossi!
un'altra foto aerea del lato sinistro del plastico. L'Autore ha voluto continuare la tradizionale identificazione numerica degli scambi corrispondenti ad altrettante scatole di comando Pb1. Questi accessori rimasero praticamente sempre in produzione come testimoniano i cataloghi generali. Notevole lo smistamento dei convogli mediante gruppi di scambi, tutti originali e dall'ancora forte e sano cuore di zama. Tutto a destra la “miniera di carbone” collegata alla stazione da un piccolo tronchino completato dall'immancabile terminale 5512. Interessante il piccolo villaggio residenziale.
Spettacolare primo piano di una s685, con mancorrenti “dorati”, in viaggio isolata, probabilmente per attestarsi davanti al suo convoglio. Dopo svariate vicissitudini (cabina?...tender?...cabina?) il motore è tornato al posto dei macchinisti, soluzione quasi sempre preferita da Rivarossi. Tutto a dx il serbatoio d'acqua S. Nazario (art. S111).
La s685 percorre un rettilineo al traino di bagagliaio e centoporte in livrea verde. Siamo evidentemente negli anni '30 del secolo scorso. Il materiale motore e rimorchiato Rivarossi permette di fare facilmente salti nel tempo per il gusto di vedere transitare sul proprio plastico convogli d'epoca di tutto rispetto.
Un convoglio con carrozze tipo 1959 impegna il secondo binario dalla FV al traino di un e428 “pirata”. Sulla banchina un generoso set di accessori di stazione e di personaggi Preiser. Il plastico è corredato da 10 scambi Rivarossi di cui due in curva, e da tre scambi Peco, tutti motorizzati. Il plastico, secondo un preciso desiderio dell'Autore, opera in analogico.
Anche se la sfocatura non permette una visione molto chiara della composizione, è interessante notare la 851, nel tronchino della “miniera”, mentre traina 2 carri a sponde alte C Ltm/C, un tipo di carro tra i più longevi della produzione Rivarossi.
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