1961... il plastico
di Dario e Claudio Pisani...si certo questo è un plastico di
RRagazzi RRivarossi anche se... anche se era Papà Nicola che
realmente gestiva il piccolo impianto, in perenne trasformazione, e
alla guida dei suoi due ragazzi (bambini dovrei dire), in attesa
che con l'età, diventassero fermodellisticamente autonomi.
Si trattava di un
impianto “stagionale”, montato solo ed esclusivamente durante le
vacanze estive. Un espediente che Papà Nicola usava per far
divertire i due figli (e anche lui...) nel periodo estivo. In
inverno, invece (leggi durante il periodo scolastico), il plastico
veniva smontato, gli edifici ed i modelli riposti in un armadio ed
il tavolo, privato delle gambe, chiuso in un ripostiglio.
il tracciato tratto dal Manuale dei segnali, fonte di ispirazione
del plastico. In una fase successiva fu completato da un secondo
anello esterno.
Ma nonostante la
scarsa frequentazione, i due fratelli si entusiasmarono talmente al
piccolo hobby che, seguendo le orme del papà, diventarono presto
valenti fermodellisti.
Claudio, il
maggiore, dal 1965 in poi, cominciò a definire e perfezionare
l'impianto dotandolo anche di rilievi montuosi di cui, purtroppo,
non rimane traccia fotografica.
Accontentiamoci
dunque di visionare il plastico nella sua prima stesura, quella di
Papà Nicola e bambini, giustamente tutti RRagazzi RRivarossi.
Dario e Claudio in posa davanti al platico. Si notano
la grande Formia (Modital), alcune centoporte con
mantici in gomma, una ABL in manovra, un carro CX/1 con
motrice stradale Fiat e sulla sx il passaggio a livello
automatico che stupiva tantissimo gli ospiti.
Finalmente a fuoco invece il piccolo scalo merci, il
deposito locomotive (Modital) e la chiesetta Faller. Gli
edifici erano tutti illuminati ma non incollati al
piano del tavolo. |
un altro primo piano del plastico. La telemetria
della macchina fotografica lasciava molto a desiderare
ma nonostante tutto riusciamo a riconoscere in primo
piano un carro merci chiuso tipo F Pocher (art. 308/2)
ed un carro frigorifero Si intravvede il serbatoio
d'acqua Faller e poco vicino la ABL dotata di
pantografo. Tutto a sx, invece, la 221 RR. I lampioni
(illuminati) erano Vollmer. |
una visione quasi completa del plastico. Si nota una
osteria “ai cacciatori” Modital, forse in una sua
qualche variante (il modello è oggi rarissimo), 4
alberelli, un semaforo SB1. In fondo, presso lo scalo
merci, un carro a due assi CT col suo carico di travi.
Da notare gli scambi tutti elettrificati. Una loco
(835?...Calimero?...) sta entrando in stazione col suo
convoglio; in coda il bagagliaio FNM V 651. |
Forse la più bella e la più emblematica delle foto.
Claudio, con una straordinaria serietà infantile, tiene
nella sua manina un piccolo diorama, sicuramente
allestito per l'occasione da Papà Nicola. Il binario
dritto con terminale, sorregge una carrozza ferroviaria
assieme alla rotaia di sganciamento automatico. Forse
in questo scatto ritroviamo la sintesi della nostra
passione di ragazzi: l'impegno nell'apprendere dagli
adulti i principi di una tecnica sconosciuta, il fascino
per i treni reali, il gusto di riprodurre in piccolo la
realtà ferroviaria, la consapevolezza di imparare a
gestire con tranquillità un gioco tecnologico, allora
estremamente coinvolgente. Veramente una bella foto. |
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