Locomotiva a Vapore Switcher 0-8-0
L’United States Railroad Administration (USRA), l’ente federale che ha controllato le ferrovie da 1918 a 1921, ha riprogettato tutte le locomotive più utilizzate per semplificare e standardizzare la produzione di materiale rotabile nel periodo bellico. La maggior parte di questi progetti erano ottimamente riusciti e vennero utilizzati fino alla fine dell’era del vapore in America. La più utilizzata dei dodici tipi di base era il 0-8-0. Nel 1927, American Locomotive Company, Brooks Works, hanno costruito una locomotiva da manovra a tre cilindri che differiva dai progetti originali USRA solo in apparenza. Locomotiva a vapore americana, di tipo pesante per manovra, della «Indiana Harbor Belt». Tra gli innumerevoli tipi di locomotive da manovra con rodiggio 0-8-0 questo è il più potente. Dispone di tre cilindri, due esterni ed uno interno, e di un carrello motore «booster » (quello del tender prossimo alla cabina che entra in azione allo spunto per disinserirsi quando la velocità della macchina raggiunge un certo limite). L'Indiana Harbor Belt disponeva di tre macchine di questo tipo, Classe S 294, una delle quali, la 102 scelta per la riproduzione dei modello, venne costruita nel 1927 dalla American Locomotive Company. Il biellismo, con distribuzione sistema « Walschaert », è funzionante nel modello ed il fanale anteriore è illuminato. (Dal catalogo 1979)
Dal catalogo 1963
Lunghezza cm. 27. Un capolavoro. In livrea Indiana Harbor Belt è stato uno dei cavalli di battaglia di Rivarossi. Molte piccole varianti nel tempo, ma sempre finiture di alta gamma. La differenza principale, a parte i primissimo modelli col motore nel tender, è la versione con booster sul carrello anteriore del tender (quella descritta sopra) Prodotta da Rivarossi dal 1960 al 1997 Nelle livree: Indiana Harbor Belt, Missouri Pacific, Reading, Santa Fe Per il mercato americano (AHM) tutte le livree soprariportate erano prodotte già negli anni '60
Quella riprodotta qua sopra è l'originale 102 IHB da cui è stato desunto il modello di Rivarossi. L'immagine è tratta dal catalogo RR del 1963. Probabilmente la foto è parte della documentazione utilizzata per realizzare il prototipo.
La locomotiva 0-8-0 della Indiana Harbor Belt (di Gianni Carrara)
Un simbolo di ciò che Rivarossi ha rappresentato come coraggio imprenditoriale e capacità di innovazione nel mercato fermodellistico: quale altro fabbricante avrebbe scelto come come uno dei propri primi prototipi per entrare nel mercato modellistico di massa, soprattuto quello statunitense, una locomotiva prodotta i soli tre esemplari per una sconosciuta ferrovia secondaria? Una delle locomotive più significative della storia Rivarossi, nasce infatti agli inizi della produzione in termoplastica, atta a soddisfare l’esigenza di modelli sempre più aderenti al vero ma dal prezzo accessibile, restando a catalogo fino alla fine della produzione Rivarossi. Note sul prototipo La compagnia Indiana Harbor Belt nasce nel 1907 dalla fusione di alcune picccole compagnie che servivano la grande area della cintura attorno a Chicago per giungere ai giorni nostri attraverso una lunga storia di incorporazioni, per lo più sotto l’egida della New York Central. L’attività della IHB era ed è il trasferimento di convogli merci tra i numeroso scali delle grandi compagnie ferroviarie operanti attorno Chicago e nella zona portuale sul lago Michigan. Questo tipo di esercizio richiede locomotive dalla elevata capacità di trazione senza particolari caratteristiche di velocità. Ai tempi del vapore la massima espressione di questo tipo di locomotiva furono probabilmente le tre locomotive della classe U-4a costruite nel 1927 da Brooks per la IHB. Queste locomotive , numerate da 100 a 102, erano dotate (caso non comune negli USA) di motorizzazione a 3 cilindri e di un motore ausiliario (booster) sul primo carrello del tender. Tutto ciò richiedeva una elevata produzione di vapore, ottenuta grazie ad una caldaia di grandi dimensioni che dava a queste locomotive un aspetto particolarmente imponente. Conosciute come anche come “super 0-8-0” queste locomotive rimasero in servizio fino al 1951. La produzione Rivarossi Considerando la data di nascita un modello estremamente ben riprodotto, dotato di numerosissimi particolari sia incisi nello stampo che riportati come parti aggiunte. Addirittura alcune finezze, come sospensioni e leveraggio del cilindro centrale sono pienamente apprezzabili solo smontando la locomotiva. Rivarossi ha prodotto praticamente quattro versioni di questa locomotiva, secondo la motorizzazione adottata: con motore nel tender, motore su cuscinetti o bronzine nella cabina, motore nella caldaia. L’illuminazione era limitata al faro anteriore (senza lente), mentra quello sul tender era non funzionante. La presa di corrente era ottenuta tramite le ruote destre della locomotiva per un polo e quelle sinistre del tender per l’altro polo; un contatto a molla sul gancio del tender garantiva la trasmissione della polarità al motore, pertanto questa locomotiva poteva circolare solo con il tender agganciato. La caratteristica più evidente del prototipo è la presenza del booster sui due assi accoppiati del carrello anteriore del tender, particolare unico nel mondo modellistico e gradevolissimo da vedersi nel modello in movimento. Tuttavia per anni Rivarossi ha trascurato questo particolare, al punto che, quando scelse di mostrare sul proprio catalogo una fotografia del prototipo, si curò di nascondere sulla foto con una didascalia il carrello anteriore del tender! Ma quando Rivarossi decise di produrre la locomotiva anche in scala 0 il particolare non poteva più essere nascosto e fu così finalmente prodotto il corretto carrello anche in scala H0. Sono state prodotte due versioni delle scritte sulla locomotiva, entrambe relative al tender: la più vecchia recava sul tender il nome in esteso della compagnia mentre la più recente portava il marchio della compagnia stessa. Poiché entrambe le scritte sono apparse anche al vero anche le versioni Rivarossi sono aderenti al prototipo. La trasmissione del moto avveniva, stile Rivarossi, su un solo asse tramite vite senza fine ed ingranaggio; l’asse motore era il terzo ed era dotato di cerchiatura di aderenza in gomma sulla ruota sinistra. Il difetto più evidente di questa locomotiva sta nelle ruote, infatti mentre il prototipo aveva ruote del diametro di 57” quelle del modello sono, in scala, di circa 51”; questa soluzione è stata probabilmente dettata dalla esagerata, ma un tempo normale, dimensione del bordino. Comunque, nonostante mostri un po’ i segni del tempo, questa rimane una locomotiva estremamente significativa per il collezionista e che può ancora ben figurare operante su un plastico. |