LE CARROZZE F.S. DI RIVAROSSI del 1957 di Oliviero Lidonnici - Carrozze tipo Az 52000 e Bz 31000, bagagliaio DUz 95000 e la carrozza con letti tipo P
Di queste carrozze, Alessandro Rossi doveva essere particolarmente orgoglioso, al punto da farsi fotografare con i primi due prototipi appena realizzati.
Ed aveva certamente ragione di esserne soddisfatto: questi modelli erano così ben riusciti da restare in catalogo, praticamente immutati, per oltre trentatre anni.
CARROZZA DI 1° CLASSE F.S. TIPO Az 37 (V AZ 37) -/- TIPO Az 52000 (2510)
La carrozza di prima classe (FS. Az 37), presentata sul catalogo 1957, era identificata col codice V AZ 37 che poi verrà affiancato (1961) e quindi sostituito (1965) dal codice numerico 2510 che resterà in catalogo fino al 1990. A partire dal 1962, sui cataloghi la carrozza sarà definita: “tipo Az 52000”. Tengo a precisare che la variazione di denominazione e di codice di tutti questi modelli, non corrisponde a modifiche tecniche o formali dei modelli stessi che non subiranno alterazioni sostanziali fino all’uscita di produzione (1990).
L’esemplare in fotografia fu acquistato dal padre dello scrivente nel 1958: è quindi uno dei primissimi esemplari, caratterizzato dall’assenza della striscia gialla che, al vero, veniva posta al di sopra dei finestrini, per identificare gli scompartimenti di prima classe. La striscia verrà aggiunta nei modelli, probabilmente dopo il 1959.
- Nel catalogo 1957 vengono presentati anche il bagagliaio e la carrozza con letti tipo P: quest’ultima (codice V Lp) è rappresentata con una immagine perfettamente corrispondente al modello prodotto (come vedremo). Invece il bagagliaio viene rappresentato in modo approssimativo e con codici errati o forse provvisori.
- BAGAGLIAIO F.S. TIPO DUz 37 (V DUZ 37) -/- TIPO DUz 95000 (2512)- - Riteniamo che il V DUZ 46 sia da considerare un prototipo “improvvisato” solo per l’illustrazione del catalogo 1957 e poi mai entrato in produzione. Il modello effettivamente commercializzato sarà il V DUZ 34 che, come si vede nella foto di Alessandro Rossi, era pronto nel 1957 ma forse troppo tardi per il catalogo che, con le tecniche grafiche dell’epoca, richiedeva tempi alquanto lunghi per l’impaginazione e la stampa. La foto seguente mette a confronto le fiancate dell modello V DUZ 34 del 1958.
Tra il 1961 ed il 1964, nei cataloghi, si affianca al vecchio codice V DUZ 34 il nuovo codice numerico 2512. Nel 1965 i vecchi codici alfanumerici vengono definitivamente soppressi. Dal 1962 in poi il bagagliaio viene identificato ,sui cataloghi, come: “tipo DUz 95000” a anche: “tipo DUz 95017” Dal 1958 al 1977(circa) i modelli V DUZ 34/2512 presentano uno stemma a rilievo, su ambedue le fiancate, composto da un cartiglio con la scritta “poste” sottoposta ad una cornice ovale, vuota. Dopo il 1977 lo stemma viene eliminato. -
Le foto dei bagagliai con lo stemma, sono state gentilmente concesse da Antonino Caldarella
CARROZZA DI II CLASSE DELLE F.S. TIPO Bz 31 (V BZ 31) -/- TIPO Bz 31000 (2511) - La carrozza di seconda classe tipo Bz 31 delle F.S. è presentata come “novità” sul catalogo 1960 col codice V BZ 31; a partire dal catalogo 1962/63 viene definita: “tipo Bz 31000” (anche Bz 31052) col nuovo codice 2511 che resterà immutato fino al 1990. - - ----- -- CARROZZA CON LETTI INTERNAZIONALE TIPO P DELLE C.I.W.L. (V LP -/- 2513)
Questa carrozza (V LP) è stata presentata sul catalogo del 1957 contemporaneamente alla V AZ 37 e al bagagliaio V DUZ 46 (V DUZ 34) ed è sempre stata proposta da Rivarossi in composizioni (e in confezioni) con queste carrozze a cui si aggiunse, dopo il 1960, la V BZ 31. Quindi, sebbene non abbia elementi costruttivi e formali in comune con le suddette carrozze, si ritiene opportuno di descriverla in questa sezione.
ALCUNI ESEMPI DI IMPIANTI COMPLETI:
Nella foto seguente vediamo un’esemplare della carrozza con letti tipo P, acquistato nel 1958. Le fiancate sono fortemente asimmetriche: nel particolare in basso a destra vediamo la fiancata del corridoio con i finestrini tutti uguali.
Il telaio di tutte questa carrozze, è realizzato in plastica trasparente, in unico stampo con le vetrature dei finestrini, in modo da formare una specie di vasca che si infila nella cassa. la parte inferiore è ricoperta da uno spesso strato di vernice nera e riproduce la forma del telaio e dei volumi tecnici sottostanti; la parte superiore della “vasca”, lasciata trasparente, si infila nella cassa e funge da vetrature. Ricordo che questa tecnica costruttiva era già impiegata nei telai dei modelli dei locomotori prodotti nel 1955/56 (e 424 - e 636). Sul telaio sono impresse tampografie, in colore bianco, con i dati tecnici della carrozza. Le scritte sulla cassa della V LP sono invece decalcomanie, con scritte in italiano (e francese) sulla fiancata scompartimenti ed in francese ( e inglese) su quella del corridoio.
Come per le altre carrozze suddette, il codice del modello viene sostituito, in modo graduale, tra il 1961 e il 1964: al vecchio V LP, si affianca il nuovo codice numerico 2513 che nel catalogo 1965/66 resterà da solo. Si noti la progressione numerica: carrozza di 1° classe: 2510, carrozza di 2°: 2511, bagagliaio: 2512 e carrozza con letti: 2513.
Con il catalogo del 1964/65 la carrozza viene rinnovata ma senza mettere in risalto il fatto: codice e descrizione del modello restano invariate.
L’innovazioni più evidente è la colorazione grigio molto scuro (quasi nero) dell’imperiale ma anche il colore delle fiancate è cambiato: il modello del 1957 (nonostante che nel catalogo sia descritta in color alluminio) era dipinto in argento lucido, sostituito nel ’64, da un colore alluminio satinato. Inoltre gli assili vengono sostituiti con il nuovo modello, con asse in acciaio e ruote più realistiche. Nel 1967 la carrozza sarà dotata di arredamento interno e negli anni Ottanta di ganci intercambiabili ma il codice resterà sempre invariato. Nel catalogo 1986 al modello 2313 si affianca il nuovo 2596 caratterizzato dal colore grigioverde-chiaro dell’imperiale, fascia con scritte molto ridotte e da nuovi soffietti. Ambedue i modelli resteranno in produzione fino al 1990.
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(Foto a sinistra) Confronto tra le testate della primitiva carrozza del 1957 e dell’ultima variante del 1986: si nota il nuovo soffietto, la diversa livrea e il nuovo aggancio. (Nella foto a destra) Lo stampo del carrello del 1986 è lo stesso di quello del 1957 ma con la “scatola” del gancio intercambiabile, in plastica, rivettata al posto del vecchio aggancio interamente metallico, in uso fino a oltre la metà degli anni Sessanta. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
-- LE CARROZZE ILLUMINATE E ARREDATE (art. 2526 del 1965/66)
Sul catalogo 1965/66 viene presentato il nuovo sistema di illuminazione costante che viene applicato alle quattro carrozze suddette che sono anche dotate dell’arredamento interno (codice confezione: 2526). Nel catalogo 66/67 vengono ancora presentate come “Novità” ma riteniamo che dovrà passare ancora un altro anno prima di poterle acquistare in negozio. -
L’applicazione dell’arredamento interno e del sistema di illuminazione, obbligherà a modificare i telai e i carrelli delle quattro carrozze. Queste modifiche verranno “ereditate” anche dai modelli, venduti singolarmente (e senza illuminazione), a partire dal 1967/68 e mantenuti in catalogo fino al 1990. - - ARREDAMENTO INTERNO (dal 1967) - L’arredamento è realizzato con un semplice elemento di plastica stampata, di color avorio, che riproduce le pareti interne di corridoio e scompartimenti e (vagamente) la volumetria dei sedili. L’elemento si incastra sul telaio e viene tenuto fermo dalla cassa. (nota: in alcuni esemplari è incollato al telaio).
Occorre ricordare che le carrozze tipo Az 52000 delle FS erano nate come carrozze miste di tipo ABz, con tre scompartimenti di prima classe e i restanti di seconda. Rivarossi riproduce con precisione le proporzioni interne: si osservi, nella foto sottostante, come i tre scompartimenti a destra siano più ampi dei restanti. Naturalmente questa asimmetria è correttamente presente anche nella disposizione dei finestrini.
Nota: Il bagagliaio contenuto nella confezione art. 2526, dovendo contenere le due grosse batterie e la circuiteria per l’illuminazione costante, non venne dotato di arredamento interno; di conseguenza anche il bagagliaio venduto singolarmente (art. 2512) non fu mai arredato. ------------------------------------------------------------------------------------------
LE CARROZZE DELLA SERIE trenHObby
Nel catalogo 1967/68 viene presentata la versione, in scatola di montaggio, delle tre carrozze (Az 52000, Bz 31000 e bagagliaio DUz 95000) inserite nella serie “trenHObby” rispettivamente con i codici articolo: 12535, 12536 e 12537. Le tre carrozze sono in livrea grigio-ardesia, con tampografie bianche e riprendono la nuova colorazione degli originali FS. del 1964. I modelli (escluso il bagagliaio) sono dotati dell’arredamento interno “ereditato” dalle carrozze “illuminate” della già citata confezione 2526. - -
Le carrozze in livrea grigio-ardesia saranno vendute esclusivamente in -scatola di montaggio. Dal 1986 i codici saranno cambiati rispettivamente con: M 2535, M 2536 e M 2537. Questi modelli saranno presenti in catalogo solo fino al 1988 poi la produzione cesserà
Il modello della foto non è presente nei cataloghi: in effetti rappresenta una carrozza ABz di prima e seconda classe. è stato acquistato dal sottoscritto nell’estate del 1986 e …montato. Sulla scatola la targhetta cita: “Carrozza di tipo Az 52000 delle FS. (codice articolo) M 2535-1.” - L’aggiunta del “-1” nei codici articolo RR, distingue un modello con (lievi) modifiche rispetto alla versione standard.
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-- MODIFICHE AL TELAIO DEI MODELLI 2510 - 2511 - 2512 (1966/67) - Per l’accensione e lo spegnimento del sistema di illuminazione della confezione 2526, fu necessario modificare il telaio del bagagliaio per ospitare due batterie da 1,5 volt e un interruttore a levetta (molto simile ai deviatori, montati sulle locomotive elettriche, per commutare l’alimentazione rotaia/pantografo). L’interruttore era necessario solo sul bagagliaio (2512), ma essendo il telaio di questo, uguale a quello delle carrozze 2510 e 2511, dal 1966 tutti i telai (anche dei modelli non illuminati) presentano la modifica per l’alloggiamento dell’interruttore e i fori per il passaggio dei cavetti di alimentazione del sistema di illuminazione. -
-- EVOLUZIONE DEL SISTEMA DI AGGANCIAMENTO -
Nella tavola soprastante, vediamo alcuni esempi di carrelli e ganci di varie epoche: con la lettera A è rappresentato il primo carrello montato sulla carrozza di I classe (V AZ 37) e sul bagagliaio (V DUZ 34) nel 1957: poi nel 1960, anche sulla nuova carrozza di II classe (V BZ 31). Questo carrello era dotato di aggancio interamente metallico, rivettato al telaietto plastico.. Probabilmente dopo il 1966 (forse 69/70) su tutti e tre i modelli (con i codici già mutati rispettivamente in: 2510, 2512 e 2511) venne montata la versione B, dotata di aggancio con braccetto di plastica, ricavato nello stesso stampo del telaietto del carrello. Il carrello A, mod.’57, era ancorato al telaio tramite vite con rondella ed una piccola molla, necessaria alla stabilità della carrozza. Nel carrello B l’ancoraggio è assicurato da un semplice rivetto plastico di montaggio manuale. Questa semplificazione di montaggio, comporterà però una modifica al telaio che vedremo in seguito.
Il carrello C è un carrello di carrozza letti tipo P (art.2513/2596) ed è dotato di gancio intercambiabile (probabilmente fine anni Settanta- primi anni Ottanta). Per realizzare questo aggancio si è ritornati al carrello di origine del 1957, rivettando (al posto dell’aggancio col braccio metallico) una struttura scatolare in plastica, contenente un perno, nel quale si incastra, a pressione, il gancio intercambiabile. Questo espediente permette la compatibilità con sistemi di agganciamento H0 di altre marche. Si precisa che tutte e quattro le carrozze sono state aggiornate parallelamente con i tre diversi agganci. Esiste quindi anche per i modelli 2510, 2511 e 2512 un carrello con gancio intercambiabile versione C e sulla carrozza con letti, nel ’57 era montato la versione A del suo carrello sostituita dalla B (probabilmente) nel ‘66/67.
I due tipi di assile non sono necessariamente contemporanei alle modifiche ai carrelli: si presume che le nuove ruote siano state introdotte almeno tre o quattro anni prima dell’introduzione del gancio-telaio versione B.
- CONSIDERAZIONI TECNICHE E CURIOSITA' SU CARRELLI E TELAI - Come si può facilmente notare nella foto in basso, il carrello B è ottenuto modificando lo stampo del carrello A, ruotato di 180° e con l’aggiunta del braccetto col “gancio a becchetto” in plastica su cui poi si innesta (a mano) l’occhiello di metallo ferroso. In questo modo si ottiene un notevole risparmio sia di materiale (eliminazione del braccetto di ottone brunito, del rivetto e del perno tra occhiello e braccetto) che di mano d’opera: basta montare a mano l’occhiello sul braccetto di plastica. Però è interessante notare che la piastra forata che reggeva il vecchio gancio metallico viene mantenuta. -
Il mantenimento della piastra nel carrello B, permetteva (volendo) di riportare questo, dalla configurazione B alla vecchia A, tagliando il braccetto plastico del nuovo gancio e montando un gancio metallico di vecchio tipo, che era possibile acquistare come pezzo di ricambio. Girato il carrello di 180° si aveva un carrello perfettamente identico al tipo A. Perchè fare questa operazione? Il nuovo tipo di aggancio, più massiccio a causa del maggior spessore della plastica, esteticamente non è molto bello e lo dimostra il fatto che, sui cataloghi, i modelli sono quasi sempre mostrati col vecchio gancio metallico. Inoltre i vecchi e nuovi agganci non sono perfettamente compatibili: come si nota nella foto, la forcella dell’ aggancio B è più grande, a causa dello spessore della plastica del gancio “a becchetto”. I vecchi agganci, con la forcella piccola faticano ad agganciare i nuovi.
MODIFICHE AL TELAIO CONSEGUENTI AL CAMBIO DI ATTACCO CARRELLO - Il risparmio ottenuto bloccando il carrello B con un semplice rivetto di plastica a pressione (al posto di vite-rondella-molla) si paga in stabilità. Per evitare il rollio della cassa (causato dalla soppressione delle mollette) si opera una ulteriore modifica al telaio.
Vengono aggiunte due alette arcuate (freccia rossa nella foto) poste attorno ad una delle boccole dove si incastrano i mozzi dei carrelli. La cassa quindi, tramite le alette, si appoggia al telaietto del carrello, eliminando l’ondeggiamento laterale. L’altro carrello invece viene mantenuto libero per permettere a tutte le ruote di mantenere l’appoggio sulle rotaie in qualsiasi condizione.
ANCORA SUI CARRELLI: UN PARTICOLARE MISTERIOSO - Escludendo gli agganci (che però abbiamo visto che sono reversibili) ed il porta-mozzo centrale (quello adatto al rivetto plastico è più grande ma si nota solo a carrello smontato) i telaietti dei carrelli vecchi e nuovi sembrano assolutamente identici. Ma c’è un particolare evidente che li distingue: un particolare in apparenza inutile.
Ancora una volta la modifica è stata introdotta nella “famigerata” confezione 2526 (1965/66). Per l’alimentazione dell’illuminazione delle carrozze, venne introdotta una lamina metallica, che manteneva il contatto elettrico tra la vite-mozzo del carrello e gli assi delle ruote. Per mantenere la corretta posizione della lamina, vennero aggiunti, allo stampo del carrello, due dentini. Da 1965 (ma più probabilmente dal 1967) tutti i carrelli delle “nostre” quattro carrozze hanno mantenuto questo particolare, ormai inutile. Nel 1992 Rivarossi presentò il nuovo sistema di illuminazione costante (elettronico) ma troppo tardi per sfruttare il carrello modificato delle “nostre” quattro carrozze, uscite di scena da due anni. Per i collezionisti questo particolare però può avere un suo valore. Infatti permette di datare, con una certa sicurezza, tutti quei carrelli prodotti prima o dopo il 1966/67 e i più esperti possono individuare, in alcuni casi, se i carrelli del modello, acquistato usato, sono originali oppure sono stati sostituiti. Esempio (escluso il bagagliaio che non ha mai avuto arredamento): se trovo, nei mercatini dell’usato, una carrozza priva di arredamento ma munita di carrelli con i “dentini”, è sicuramente un modello modificato; infatti questi elementi devono essere ambedue presenti nelle carrozze, posteriori alla confezione 2526 (circa 1966/67) e ambedue assenti nelle precedenti.
OLIVIERO LIDONNICI |