RIPARAZIONE DEL GIUNTO SNODATO DEL TEE (di Gabriele Montella)
Rivarossi produsse il bellissimo TEE binato Breda Aln 442 + Aln 448 a far tempo dal 1959 . Nelle prime due versioni (cod. 703 e 1773) la trasmissione era a giunto snodato, mentre nell’ultima (cod. 1773/1: anno 1968) a vite senza fine. Come si vede dal disegno esploso l’alberino di trasmissione era formato da cinque parti: due semiassi tenuti insieme da un manicotto e due giunti di caucciù che andavano inseriti uno nella scatola di riduzione e l’altro nel carrello motore.
La funzione del manicotto era quella di permettere l’allungamento dell’alberino in curva, quella dei giunti in caucciù di sopperire a variazioni di allineamento. Come parte di ricambio l’alberino veniva venduto completo di tutti i componenti (cod. 102018) ma assai opportunamente erano messi in vendita anche i soli giunti in caucciù (cod. 101883). Ciò perché tali giunti con l’uso andavano incontro a dilatazioni o addirittura a fusioni (quello dal lato del motore): in questo caso raffreddandosi quel giunto arrivava a vetrificarsi.
E’ questo quanto era capitato ad una motrice da me acquistata su un noto sito di aste on line (il difetto era stato onestamente segnalato del venditore). Seguendo i consigli di Stefano Medde (che qui pubblicamente ringrazio) ho così proceduto. Con un cutter affilatissimo ho scalfito il giunto vetrificato fino a quando non si aperto in due come uno stampo; più facile è stata l’operazione col giunto del carrello, che era solo indurito e si è staccato facilmente. Ho quindi smontato l’alberino ripulendolo con benzina “avio”: con l’occasione ho anche ripulito con un “cottonfioc” la nicchia del riduttore dalla quale fuoriesce per 6/7 mm l’albero motore. Per la sostituzione dei manicotti ho usato il tubetto della “farfalla” di una confezione per fleboclisi acquistata in farmacia. Ce ne sono di varie misure, differenti per frazioni di millimetro che tuttavia sono rilevanti per una perfetta tenuta, anche tenendo conto che girando ad alta velocità il rotore del motore espelle microscopiche gocce di olio. Se non si è fortunati come lo sono stato io conviene rivolgersi ad un negozio di modellismo portando con sé uno dei due semiassi e testare vari tubicini per il carburante dei motorini a scoppio. Trovato il tubicino del calibro giusto ho potuto procedere al rimontaggio. Dapprima ho inserito il giunto della lunghezza di 1.2 centimetri nel perno del riduttore e poi in un semiasse. Per l’introduzione nel manicotto del secondo semiasse è occorsa pazienza: nella parte terminale infatti i semiassi hanno una sezione semicircolare così che possano incastrarsi tra loro. Riuscito l’incastro ho tagliato il secondo giunto ma di una lunghezza maggiore del primo e l’ho infilato completamente nel semiasse. In precedenza avevo smontato il carrello motore e ho allineato il perno coassiale della vite senza fine con l’alberino poi con una pinzetta poco a poco vi ho infilato il giunto sfilandolo dal semiasse. Avendo un giunto di abbondante lunghezza non ho avuto difficoltà nel riposizionare il carrello nella esatta corrispondenza con il foro della vite di fissaggio. |