Due Badoni al prezzo di uno
di
Fulvio Felicioli I modelli da restaurare La “Badoni” è una delle locomotive alle quali sono più affezionato. Il mio amatissimo nonno la acquistò nel 1957 e, da piccolino, era forse la locomotiva con la quale giocavo di più in assoluto. A causa della sua velocità da Frecciarossa la chiamavo "il mostro verde" e lo sfrullinare delle bielle mi faceva ridere a crepapelle... Colto da un fortissimo attacco di nostalgia, decisi di restaurarla pronto ad affrontare le difficoltà connesse con i danni che la piccola presentava in più punti. Il danno peggiore era sul muso, da cui mancava completamente una porzione sullo spigolo. Sul tetto mancava uno dei due serbatoi rossi e 3 respingenti su 4 erano andati persi, fusti compresi. Come se non bastasse, anche posteriormente la carrozzeria presentava un danno abbastanza esteso. Dulcis in fundo, il telaio era sbeccato e i vetri dei fari smarriti. Volevo assolutamente rimetterla a posto ma ricostruire ex-novo tutto il muso sinceramente non mi andava proprio. Un fatto positivo era invece che, provenendo da una confezione iniziale, la locomotiva non presentava le marcature sul pancone, cosa che mi avrebbe facilitato la fase di verniciatura. Cosa fare invece per i danni alla carrozzeria? Il mio carissimo amico Roberto ne possedeva una gemella, acquistata più o meno negli stessi anni ma con le marcature sul pancone. Pur se messa maluccio, presentava danni in zone diverse rispetto alla mia. Soprattutto, il muso era integro e quindi potevo clonarlo e trapiantarlo sulla mia, risolvendo il problema più grave. La parte di carrozzeria posteriore spaccata l’avrei invece ricostruita in plasticard. Anche il fusto dei respingenti era da clonare in resina recuperando i piatti dalla mia banca dei pezzi o, al limite, cannibalizzandoli da qualche carro di recupero. Il serbatoio mancante sul tetto era da autocostruire o da ristampare mentre le trombe sul tetto le avevo già, provenienti da una bustina di ricambi RR originali.
Smontaggio e analisi dei danni Mi sono messo all’opera, tenendo sempre presente che in questi tipi di restauro uno degli aspetti più critici è l’estrema fragilità della plastica. Ho dovuto fare molta attenzione a non spaccare le casse delle locomotive durante le lavorazioni; in effetti la plastica era diventata fragilissima e quasi completamente cristallizzata. Per prima cosa, ho smontato completamente le loco. Prima sorpresa: la Badoni di Roberto era messo molto peggio della mia, con danni al telaio e la meccanica da rivedere in toto.
Rifacimento del frontale Vista la premessa, ho deciso di portare avanti le due locomotive in parallelo anche per avere una finitura uniforme in fase di verniciatura. Prima operazione: la ristampa del muso per la Badoni #1 (la mia). Ho usato una gomma siliconica della Prochima che viene venduta in forma di pasta a due componenti (rosa e bianca). Questa gomma è efficacissima per realizzare rapidamente stampi di pezzi a cielo aperto come quelli che servivano a me ma, con un trucchetto, può essere usata anche per stampi a conchiglia purché non presentino troppi sottosquadri. La resina, invece, è prodotta dalla ditta Axson Tecnologies. Trovate la scheda tecnica qui: http://www.axson.com/en/find-product/Casting-Resins/FastCasts-Resins#2676 Il prodotto si chiama Fastcast F31 ed è caratterizzato da un tempo di catalisi molto breve. Per prima cosa, ho lavato la cassa con acqua e sapone neutro, facendo attenzione a rimuovere la polvere dalle griglie del radiatore. Dopo aver preparato una quantità di gomma sufficiente, ho fatto fare alla Badoni #2 (quella con il muso intero) un tuffo nella gomma stando attento a non spingere troppo e a non spostare la carrozzeria dentro lo stampo.
Per sicurezza, ho lasciato il pezzo così per una nottata, in modo che la gomma indurisse completamente. Il giorno dopo, ho ristampato il pezzo in resina ottenendo un bellissimo musetto pronto per essere trapiantato sulla Badoni danneggiata.
Con una minisega circolare montata sul trapanino fatto girare a bassissima velocità, ho “amputato” il muso dalla cassa seguendo come riferimento la linea del cofano più esterna. L’incollaggio del muso in resina l’ho fatto usando un cianoacrilico a lenta presa in gel, così da avere un minimo di tempo per allineare correttamente il muso al resto della cassa.
Il posteriore e i respingenti Come detto, entrambe le locomotive presentavano un brutto danno nella parte posteriore. Ho seguito un approccio leggermente differente per i due modelli. Sulla prima loco, ho ricostruito il pezzo mancante direttamente con dello stucco bicomponente della Tamiya. Una volta asciugato lo stucco, ho carteggiato il pezzo stando attento a seguire la curvatura della carrozzeria. Sulla loco #2, ho segato la parte inferiore della cassa per incollare un rettangolo di plastica di 1,5mm di spessore. Anche qui, una buona dose di stucco e pazienza hanno completato l’intervento.
Sono passato quindi ai fusti dei respingenti, clonandone uno integro e comprendendo anche la piastra di fissaggio insieme ai fusti per fare prima.
Stuccatura e carteggiatura A questo punto, ho cominciato il lungo lavoro di stuccatura e carteggiatura, fatto usando stucchi di vario tipo (principalmente Tamiya e 3M) e carta da carrozziere (dalla grana 400 fino alla 2000). Durante questa fase, ho inevitabilmente perso alcuni particolari stampati come i ganci dei cofani e le linee riportate sulla cassa ad imitazione delle aperture. Per ricostruirle, ho usato filo di rame smaltato e sprue stirato a caldo.
Verniciatura Dopo le rifiniture, ho verniciato la cassa con il verde vagone Puravest scurito con qualche goccia di nero e castano per riprodurre in maniera il più possibile fedele la tonalità esatta del colore originale Rivarossi.
Inoltre, ho aperto le sedi dei fari il cui trasparente è ricavato da un tondino di plastica trasparente Tamiya. Una prova di stampa del serbatoio mancante sulla loco #1 non mi ha soddisfatto. Modificando l’approccio (ovvero colando la resina dall’alto) ho poi ottenuto 3 copie del pezzo utilizzabili e molto più fedeli del primo tentativo. La griglia nera sul tetto è stata riparata con due listelli di plasticard verniciati in nero semilucido
La Badoni #1 ha quindi ricevuto i fusti dei respingenti ristampati in resina e il telaio è stato stuccato e carteggiato in vista della riverniciatura. Ho passato una mano di primer sui panconi per non avere sorprese in fase di verniciatura: il rosso non perdona. La Badoni #2 (quella di Roberto, da cui ho ristampato i pezzi) presentava come detto dei problemi più seri di quello che sembrava inizialmente. Benché la cassa fosse in discrete condizioni (a parte il posteriore, che era già stato sistemato usando plasticard e stucco) il telaio era messo davvero male. Ho cominciato a irrobustirlo con delle "iniezioni" di cianoacrilico nelle crepe e nelle fessure più grosse. Fatto questo, ho stuccato completamente la fiancata sinistra che presentava numerosissimi difetti e anche una lesione dovuta probabilmente a una goccia di solvente di qualche tipo che ha letteralmente sciolto un pezzo di telaio. Oltre ai danni estetici, la #2 aveva anche qualche serio problema meccanico. Ho quindi rifatto completamente l'impianto elettrico (prese di corrente comprese) e il motore, sostituendo e rimpiazzando i famigerati "pallini" dei cuscinetti Rivarossi con una serie recuperata da un altro motore bruciato. Ho usato per quanto possibile materiale d'epoca, file e spazzole comprese: adesso la Badoni trotterella che è un piacere! Ho rifatto i condotti luce con dello sprue trasparente tornito sul trapano. Le verniciature di entrambe le locomotive sono state effettuate usando, nell’ordine: Primer bianco Tamiya in bomboletta per il fondo Verde vagone Puravest ad aerografo per la cassa, scurito ad occhio con minime quantità di castano e nero per avvicinare il più possibile il colore originale RR Rosso X-7 Tamiya acrilico ad aerografo per i panconi Nero semilucido Humbrol 85 a smalto per i telai Completata la loco #2, ho revisionato la meccanica della #1 e sono passato anche qui alla verniciatura.
Il risultato Inutile dire che la soddisfazione nel vedere le due scarpette rimesse a nuovo è stata enorme. Chissà come se la starà ridendo nonno da lassù, adesso che il nostro “Mostro Verde” è tornato come nuovo…
La Badoni #2 di nuovo in forma
La Badoni #1 corre di nuovo
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