PICCOLE RIPARAZIONI UNO: i respingenti

di Oliviero Lidonnici

“SE IL TUO CARRO MERCI PREFERITO O LA TUA PREZIOSA LOCOMOTIVA D’EPOCA HA PERSO UN RESPINGENTE E NON TROVI IL RICAMBIO, COSA FAI?

   Una buona parte del materiale rotabile Rivarossi è munita di respingenti metallici, incollati o incastrati nei telai; in questo caso è possibile (ma non facile) trovare un ricambio. Ma moltissimi carri merci e anche qualche vecchia locomotiva hanno i respingenti che formano un unico pezzo col telaio in plastica; quando uno di questi si spezza e va perduto, la sostituzione (che comunque prevede una modifica) diventa problematica, anche perché i ricambi sono limitati in forma e dimensioni e inoltre scarsamente reperibili. 

ROBA DA CHIODI

La vetusta 0-2-0 ha smarrito il respingente anteriore sinistro: anziché andare dal modellista io vado dal ferramenta!

E cerco tra i chiodi quello che somiglia di più al respingente perduto: (N.d.A. smettete di ridacchiare e leggete il resto!)

Selezioniamo il chiodo adatto: deve essere di forma regolare e con la testa di diametro leggermente superiore al piattello del respingente da ricostruire; la lunghezza non conta poiché andrà tagliato; evitate comunque i troppo corti perché sono difficili da maneggiare. Il diametro dello stelo se troppo ampio andrà ridotto tramite tornitura (leggi il seguito) se troppo sottile può essere infilato in un pezzo di guaina di un cavetto elettrico, di dimensioni adatte.

  Consiglio: scartate i chiodi in acciaio, sono troppo duri da lavorare e rovinano le lime; scegliete chiodi in ferro o meglio, in ottone o rame.  Sconsiglio i rivetti in alluminio poiché questo metallo sporca le lime.

   Attenzione: molti chiodi dorati sembrano di ottone ma sono di acciaio; in caso di dubbi provate con una calamita:  i chiodi in ottone non sono attratti ed inoltre si piegano, mentre quelli in acciaio sono magnetici e si spezzano.

 

TORNITURA

   Se non possediamo un tornio, blocchiamo il chiodo scelto, nel mandrino di un trapano (qualunque tipo va bene .. basta che abbia un motore…………)

   Ancoriamo solidamente il trapano al tavolo da lavoro con apposito supporto o con una morsa (è meglio avere le mani libere).

Raccomando inoltre l’uso di occhiali protettivi in plastica  per proteggersi da polvere e schegge (costano poco e si acquistano dal ferramenta insieme con i chiodi).

   Se il trapano lo consente, selezioniamo una velocità non troppo alta per non surriscaldare il pezzo e gli attrezzi.  

   Utilizziamo il trapano come un tornio e con limette da ferro modelliamo la testa e il gambo del chiodo (vedi foto), pigiando la lima, con pressione moderata, sulla parte da consumare e spostandola come se limassimo un pezzo fermo. Interrompiamo spesso per confrontare la corrispondenza tra il nostro lavoro e i sopravvissuti respingenti della piccola locomotiva.

    Occorre ricordare che i respingenti non sono tutti uguali.

Nei modelli prodotti fino al 1961, quello alla destra del senso di marcia, deve avere il piattello convesso, mentre il sinistro presenta la superficie piatta. Dopo il 1961 i piatti dei respingenti sono ambedue convessi.

     L’ex chiodo, nella foto, comincia a somigliare al respingente ma non è ancora pronto: dovendo essere montato a destra, occorre spianarne la superficie del piatto e poi dovrà essere accorciato, ricordandosi di lasciare una parte appuntita (perno) da inserire in una sede apposita che andremo a scavare nella plastica della locomotiva (vedi foto seguente e il disegno: ”SCHEMA RESPINGENTE”.

    Completato il  nuovo respingente, con una lima piatta, spianiamo la superficie circolare del cilindro, rimasto sulla traversa della locomotiva e ancora privo del piattello.

   Ora incidiamo con una punta di acciaio il centro della testa del cilindro per facilitare il posizionamento del trapano.  

    Essendo un lavoro piuttosto delicato, consiglio l’utilizzo di  un trapanino a mano o (con molta prudenza) l’uso di un trapano avvitatore a bassa velocità, utilizzando una punta più piccola del necessario.

Creiamo un foro nella plastica, preparando un alloggiamento nel quale andrà incollato il respingente.  Allarghiamo il foro (con delicatezza e prudenza!) fino a trovare la perfetta collocazione del piattello.

     Incolliamo il respingente al cilindro con colla cianoacrilica e verniciamolo con smalto sintetico/acrilico nero-opaco.

Se per errore avessimo creato un foro troppo grande oppure nel caso che anche il cilindro fosse stato precedentemente danneggiato, usiamo una resina epossidico bi-componente (Acciaio Liquido –Acciaio Rapido): oltre che incollare lavora come uno stucco (molto robusto) che si può lavorare con la lima e carteggiare dopo la presa. Questo permette di ricostruire le parti del cilindro mancanti (o anche l’intero cilindro se siete bravi).

 

 E Se l’intero cilindro fosse stato asportato ?

     In questo caso conviene tornire un chiodo con uno stelo lungo quanto tutto il respingente (piattello+stelo+cilindro) + il perno di 1,5 mm. da inserire direttamente nella traversa di testa della locomotiva. Per simulare il cilindro da cui esce lo stelo, si può utilizzare circa 3-4 mm. di tubicino di plasticard o di ottone (o anche la guaina di un cavetto elettrico di dimensione adatta) in modo da circondare lo stelo. I più bravi possono tornire tutto l’insieme utilizzando un chiodo con stelo di almeno 3,0-3,5 mm di diametro, con una lunghezza totale 7-8 mm compreso il perno che deve entrare nella traversa (forata).  Purtroppo sono vago per le dimensioni poiché non esistono misure standard: occorre misurare con un calibro i respingenti rimasti intatti e in mancanza di tutti i respingenti riferirsi ad un rotabile di simili caratteristiche e della stessa epoca di produzione.

  Anche il “cilindro” a volte non è cilindrico ma tronco-conico con base di circa 3,0 mm ed il corpo che rastrema leggermente in direzione del piattello.  Nota: i piattelli tondi, generalmente, hanno invece un diametro di 4,5 mm.

 

 

Se il respingente da sostituire fosse con piattello rettangolare (come sulle carrozze passeggeri) utilizziamo un chiodo con testa più piccola, di quella  usata per la locomotiva nell’esempio precedente.  Assottigliamo molto la testa del chiodo con una lima piatta e incolliamo sulla stessa un rettangolino di plasticard o di lamierino di ottone (o anche di latta ritagliata da un barattolo … e non escluderei il cartoncino liscio). Usiamo una resina epossidico bi-componente (Acciaio Liquido / Acciaio Rapido):.  Con essa, oltre che incollare si può annegare la testa del chiodo dando spessore al piattello.  Quando la resina ha fatto presa, perfezioniamo il piattello con lima e carta vetrata, smussando angoli e bordi e dando la caratteristica convessità. Poi si completi con la verniciatura.

   Nota: se avete usato del cartoncino, prima di passare lo smalto opaco, ricopritelo con smalto trasparente lucido oppure prodotti tipo VERNIDAS, con il doppio scopo di irrobustirlo e renderlo liscio.  Lasciate asciugare bene il trasparente prima di passare il nero-opaco.

La 0-2-0 restaurata. (anno di inizio produzione: 1957 -  restauro: 2010)

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 ALTRI ESEMPI DI SOSTITUZIONE DI RESPINGENTI PIÙ O MENO RIUSCITE

Per dimensioni respingenti a norme NEM e argomenti correlati vedi: http://www.interrail.it/fimf/images/nem/nem303_n.pdf

 

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