L’ITALIA DEI TRENINI PERDUTI
(Giorgio Giuliani)
Grazie alle sue capacità investigative, l’amico Luciano Luppi è riuscito a scovare una vecchia confezione della K (Cappa) di Milano, rarissimo trenino elettrico con scartamento di 10mm e in "scala" 1:150. E grazie all'apporto di Giampaolo Petazzi è stato poi recuperato un articolo tratto dalla rivista Fermodel n.9 del maggio giugno 1982 (per me altrettanto misteriosa), e grazie a Bruno un catalogo senza data (presente anche nella confezione di Luciano) e un listino prezzi senza data. Con l’ausilio dell’articolo e del manufatto di Luciano proviamo a parlare di questa ormai dimenticata ditta milanese. Il giornalista ha ritrovato “in soffitta” questo trenino a lui sconosciuto e ne parla con un misto di stupore e curiosità, molto simile al nostro stato d'animo di fronte a questo "strano" oggetto. Vi rimando a quanto pubblicato per quanto concerne tecnica, rilievi e ipotesi.
Fermodel n.9 del maggio giugno 1982 (grazie a Gianpaolo Petazzi)
Il giornalista ha ritrovato una locomotiva a vapore 0-3-0, alcune carrozze passeggeri e vagoni merci, Luciano ha l’elettrotreno in tre elementi, segno che quanto proposto nel catalogo senza data di cui abbiamo una copia era effettivamente tutto in produzione. Anzi dalla foto sulla rivista si vede anche un carro cisterna (API mi pare dal logo laterale) e il giornalista cita anche la presenza sul loro catalogo di una locomotiva tipo E424, segno che la ditta è stata in attività almeno per qualche anno, dato che sul nostro catalogo questi rotabili non appaiono.
L'elettrotreno è in metallo pressofuso con particolari riportali (pantografi e respingenti) e dotato di faro anteriore.
I
La confezione è una elegante valigetta rivestita in pelle (?), decisamente raffinata e costosa, segno che anche il trenino contenuto era un prodotto costoso. Questo rafforza l’ipotesi della rivista sul fatto, che la produzione si da datare all’immediato dopoguerra, con un mercato limitatissimo ma disponibile a spendere molto per un oggetto di altissima tecnologia.
Con l'occhio (e l'ingrandimento fotografico) del giorno d'oggi non possiamo non rilevare la fattura un po' grezza del convoglio, ma bisogna considerare che è stato prodotto con la tecnica di stampaggio di sessantacinque anni fa. Va anzi rimarcato quanto sia assolutamente all'avanguardia come oggetto tecnologico, anche solo per il progetto e la realizzazione di un motore elettrico in grado di entrare in questo piccolo manufatto, considerando che scala N è stata "inventata" quindici anni dopo e con l'industria che dal punto di vista tecnologico aveva fatto passi da gigante. Un ulteriore e inatteso tassello va a comporre il puzzle dell'industria italiana del giocattolo, composta da aziende piccole ma innovative e geniali, forse troppo all'avanguardia rispetto ai tempi ... Se qualcuno ha altre notizie o immagini su questa ditta ce lo comunichi rivarossi_memory@libero.it |