I CARRI MERCE
(di Gianni Carrara)
La Serie 100 Questi sono i primi carri prodotti da Pocher, si tratta fondamentalmente di un pianale su cui sono sovrapposti dei carichi più o meno complessi. Questa prima produzione illustra chiaramente la personalità del Maestro Pocher; Arnaldo Pocher, prima ancora che un fabbricante di modelli ferroviari, era un artista, orientato particolarmente verso la scultura e questa sua creatività si esplicitò nel realizzare i diversi carichi del pianale. Purtroppo i primi modelli prodotti furono realizzati con il telaio in fusione metallica che risentì della cosiddetta peste della Zama e sono difficilmente reperibili in buone condizioni, Si possono riconoscere tre tipi di telaio per la serie 100; il primo tipo con lunghezza fuori respingenti di 97 mm. fu realizzato in fusione metallica che risentì della cosiddetta peste della Zama e sono difficilmente reperibili in buone condizioni.
Il secondo tipo con lunghezza di 100 mm. qui illustrato:
e il terzo tipo, introdotto dal 1964 con lunghezza di 104 mm: Si noti che i ganci sono fissati tramite un piolo in plastica invece che con una vite.
Tutti i carri della Serie 100 furono prodotti sia nella versione per 2 che per 3 rotaie. I modelli realizzati furono i seguenti:
Articolo 151 (1954) – Pianale FS a due assi
Articolo 152 (1954) – Pianale FS a due assi con carico di trasformatori elettrici Nelle prime versioni il carico consisteva in due trasformatori di foggia diversa
Articolo 153 (1954) – Pianale FS a due assi con carico di due cisterne per vino
Articolo 154 (1954) – Pianale FS a due assi con carico di due bobine di cavi elettrici
Il carico è trattenuto con del semplice spago, metodo forse poco sofisticato che però dimostra la manualità con cui erano realizzati i carri. Questo metodo fu ripetuto in carri successivi.
Articolo 155 (1954) – Pianale FS a due assi con carico di auto da corsa
L’auto era prodotta da Mercury come il modello 44c della Ferrari 1500 GP. Fu disponibile in varie colorazioni.
Articolo 156 (1054) – Pianale FS a due assi con carico di auto Fiat 1400
L’auto era la FIAT 1400 prodotta da Mercury come modello 48c. Anch’essa realizzata in varie colorazioni.
Articolo 157 (1954) – Pianale FS a due assi con gru
Articolo 158 (1954) – Pianale FS a due assi con cisterna Esso per pulizia binari Tramite un tappo superiore la cisterna poteva essere riempita con liquido detergente; una vite permetteva di regolare il fluire del liquido su un tampone di feltro posto nel sottocassa e tenuto in contatto delle rotaie da un supporto a molla.
Prodotto in numerose varianti di marchio, di cui le prime come Petrolcaltex.
Articolo 159 (1954) – Pianale a due assi con carico di rotaie
All’uscita di produzione di questo modello il codice 159 sarà assegnato alla cisterna Shell
Articolo 159 (1958) – Pianale FS a due assi con cisterna Shell per pulizia binari Il carro aveva le stesse caratteristiche dell’articolo Esso, codice 158.
Articolo 160 (1955) – Pianale FS a due assi con carico di tubi
Articolo 161 (1954) – Pianale FS a due assi con carico di lamiere
Articolo 162 (1955) – Pianale FS a due assi con carico di tre fusti
Articolo 163 (1955) – Spartineve FS a due assi serie Vn
Articolo 164 (1955) – Tramoggia Fiat a due assi con carico di carbone Il modello qui illustrato mostra il telaio post 1964
Articolo 180 (1955) – Spazzaneve a turbina svizzero La turbina era azionata, durante la marcia del carro, grazie ad un collegamento elastico con l’asse anteriore
Articolo 181 (1954) – Pianale FS a due assi con carico di tubi e scarico automatico I tre tubi metallici, appoggiati su due supporti inclinati, venivano lasciati liberi di cadere quando la barra laterale sporgente dal carro veniva spinta. Insieme al carro era fornita una vaschetta metallica da appoggiare al binario per ricevere i tubi scaricati; la vaschetta era disponibile con un lato adattabile al binario Märklin o a quello Rivarossi
Il modo funzionamento era analogo a quello descritto per il carro articolo 183.
Articolo 182 (1954) – Pianale FS a due assi con carico di un fusto e scarico automatico Il fusto veniva spinto fuori dal carro dall’omino quando la barra laterale sporgente dal carro veniva spinta. Insieme al carro era fornita una vaschetta metallica da appoggiare al binario per ricevere il fusto scaricato; la vaschetta era disponibile con un lato adattabile al binario Märklin o a quello Rivarossi Il modo funzionamento era analogo a quello descritto per il carro articolo 183.
Articolo 183 (1955) –Tramoggia Fiat a due assi con carico di carbone e scarico automatico
Il carro era dotato di un
portellone apribile su un lato. Insieme al carro era fornita una vaschetta
metallica da appoggiare al binario per ricevere il carbone scaricato; la
vaschetta era disponibile con un lato adattabile al binario Märklin o a quello
Rivarossi.
L’apertura era comandata tramite un leveraggio posto sotto il carro,
La leva posta sul lato opposto al portellone veniva azionata da una lamina triangolare, fissata ad un palo, recante un segnale di posizionamento.
Passando il carro a fianco del segnale la barra di comando del portellone veniva ingaggiata dalla lamina e spinta verso l’esterno. La base di metallo su cui appoggiare il binario era dotata di incastri atti a bloccare sia i binari metallici Märklin con massicciata che quelli Rivarossi
Articolo 184 (1958) – Spazzaneve a turbina a carrelli americano L’unico carro a carrelli nella serie 100.
La rotazione della turbina era ottenuta tramite un collegamento elastico con gli assali del carrello posteriore.
Nell’immagine seguente viene evidenziata la gola negli assi del carrello ove scorre la cinghia elastica che trascina gli ingranaggi interni. L’alloggiamento del gancio posteriore è aperto per mostrare le due mollette che consentono il movimento del gancio; si noti che le mollette hanno lunghezza diversa e costituiscono una seria difficoltà nel montaggio del gancio
La cinghia trasmette il moto ad una coppia di ruote, tra loro perpendicolari, che pilotano la turbina; si noti che la connessione tra le due ruote avviene solo per attrito, ciò permette lo scivolamento della connessione in caso di blocco della turbina. La pressione della ruota grande su quella piccola è garantita dalla molletta montata sull’asse tra la ruota grande e il suo supporto di destra.
Da notare che l’inusuale tasca per il collegamento del gancio era concepita per alloggiare i tipici ganci americani, segno evidente che il carro era stato concepito per affrontare il mercato USA. In effetti il carro apparve nel catalogo Aristocraft, disponibile sia come modello montato che come kit; il modello Aristocraft era spesso caratterizzato dalla turbina di colore bianco.
|