RRagazzi RRivarossi
PLASTICO CALAMANI
foto Calamani - testo di Massimo Cecchetti
Siamo nell'aprile del 1959 ed il fermodellista Sig. Calamani, socio del Club Fermodellistico Bresciano, vede pubblicato su H0rr il suo bel plastico, di particolare forma trapezoidale e realizzato con molta cura. L'anno 1959 è forse l'anno di maggior impegno e creatività per l'azienda lariana. A Como si stanno vivendo anni di autentico e frenetico fermento industriale che imposteranno, per almeno una decina d'anni, il futuro dell'azienda con l'affermazione dei propri canoni industriali, l'offerta di modelli sempre più realistici e complessi e la definizione e la realizzazione dell'articolato “sistema Rivarossi”. Si stava sviluppando un'autentica rivoluzione offrendo tutto ciò che fermodellisticamente poteva servire alla costruzione di un plastico, dal materiale rotabile, all'armamento, ai cinematismi elettromeccanici (relais, piattaforma girevole, passaggi a livello, sganciamento automatizzato) fino ai complessi di edilizia ferroviaria e dei dispositivi di segnalazione.
IL TRACCIATO Circuito particolarmente complesso anche se fondamentalmente composto da un doppio anello (che si intersecava nell'incrocio indicato nel cerchio) e collegato mediante raccordo ad un'altro semplice anello. Ambedue erano serviti, fino alla quasi totale copertura dello spazio disponibile, da binari di raccordo, raddoppio e da tronchini. Una vera felicità per l'Ing. Franco Brunner, allora socio e responsabile vendite Rivarossi! Il plastico offriva ben 33 mt di binari alimentati da un solo RT3 ma il disegno ci mostra anche la presenza di un'altro alimentatore, probabilmente un RTV. Sicuramente la potenza erogata dall'RT3 era sufficiente a fornire energia a tutto l'impianto, escludendo il piccolo e forse superato RTV. Sappiamo che nell'impianto potevano correre almeno tre treni contemporaneamente mentre le foto ci mostrano anche interi convogli in stazionamento, su tronchini e raddoppi, pronti a dare il cambio ai treni circolanti in automatismo. Nel circuito prosperavano gli incroci (ben 5!...) articolo questo non molto diffuso tra i fermodellisti ma che opportunamente giocati, davano ai tracciati notevoli soluzioni di movimento. L'aspetto paesaggistico era ovviamente ridotto al minimo tuttavia il Sig. Calamani era riuscito addirittura a riprodurre anche un piccolo porto, una barca a vela e due isolotti. Sappiamo della quasi totale autocostruzione degli edifici civili e ferroviari ad esclusione della FV Cecina e del posto di blocco piccolo (S3 ed S5), di qualche kit Faller e di pochi altri accessori.
Una bellissima complessiva del plastico, non particolarmente piccolo (mt 2,65x1,75) e che abitualmente veniva riposto agganciandolo ad una parete. Per ridurre al minimo l'ingombro verticale, le case del centro, particolarmente alte, erano montate su cerniere mentre gli alti cavalcavia stradale, serbatoio acqua ed antenna televisiva (il fermodellista non voleva farsi mancare niente!) erano rimovibili con facilità. Sul plastico, al momento dello scatto, stavano viaggiando alcuni convogli Rivarossi: una coppia di automotrici (AN1 e AN/T), un convoglio passeggeri (Le 424/R al traino di 6 carrozze centoporte) ed in attesa su un tronchino un altro convoglio (L 221/R con carri merce). Nel DL autocostruito appare il muso di una Gr740 ed è in arrivo a Cecina un grosso convoglio internazionale con ben quattro carrozze a carrelli. Quest'ultimo appare composto da carrozze passeggeri (Pocher?) trainati da una splendida Ae 6/6 Fleischmann. Ma qui voglio aprire una piccola parentesi.
L'articolo 11412 Fleischmann, la Ae 6/6 il modello di grande qualità di cui si parla nell'articolo
IL CASO FLEISCHMANN La rinomata casa fermodellistica tedesca non era molto diffusa nel mercato italiano, quasi esclusivamente di pertinenza Rivarossi nel sistema a 2 rotaie e corrente continua. Il suo stranissimo e personalissimo gancio la isolava dal resto del mondo fermodellistico e, se non si possedeva un'intero parco della casa tedesca, occorreva un certosino lavoro di micromeccanica per adeguarla ai ganci ad occhiello. Evidentemente il sig. Calamani non si era arreso alla difficoltà pur di avere il modello sul plastico. Proprio tra il 1959 ed il 1960, Fleischmann giocherà un colpo basso al mercato di Rivarossi tentando una forte penetrazione commerciale. In tutta segretezza allestirà il modello della e428, macchina allora di grande prestigio, dotandolo addirittura di un convoglio passeggeri composto da bagagliaio e carrozze passeggeri, appositamente realizzati. E come se non bastasse, per completare “l'invasione” produrrà, tre anni dopo, anche una locomotiva a vapore, la “Regina” Gr685 026 (1963). Rivarossi reagì con coraggio, intelligenza e sopratutto rapidità: in modo estremamente veloce mise in cantiere il “suo” e428, modello che diventerà tra i più affascinanti della produzione lariana. Fu un'operazione industriale di grande preparazione e professionalità e di grandissimo sforzo economico per la preparazione del progetto e degli stampi. La fretta di non farsi battere in casa dai tedeschi non influì minimamente sulla qualità degli stampi. Anzi il modello Rivarossi risultò di gran lunga esteticamente e meccanicamente superiore al modello Fleischmann. Ma era tanta la fretta di controbattere la concorrenza tedesca che nelle promozione editoriali Rivarossi, che non disponeva ancora di un proprio prototipo, fu costretta ad esibire il modello Fleischmann, ovviamente mascherato e riadattato dove possibile, alle tipologie Rivarossi (vedere la copertina del “catalogo novità 1960”).
Ma ritorniamo al bellissimo plastico Calamani. In questa foto di tre quarti alto, lato sinistro del plastico, vediamo il bel convoglio di automotrici AN, qui particolarmente valorizzato dall'inquadratura e dalla focale dell'obiettivo, mentre lascia il piazzale FV. Tutto sulla dx, notiamo l'arrivo del convoglio internazionale trainato dalla Ae 6/6. La catenaria è completa ed analizzando attentamente la foto notiamo la sua autocostruzione. Sullo sfondo si vede anche il lunghissimo viadotto automobilistico (autocostruito e rimovibile) con i cartelli pubblicitari di prodotti famosi in quegli anni; notiamo il cartello “Palmolive” il celebre sapone “di bellezza”. Si nota chiaramente sugli edifici civili, la presenza dei serramenti in plastica Rivarossi, reperibili facilmente nel catalogo ricambi. Per articolare il plastico il fermodellista lavora anche sul profilo altimetrico: nella foto vediamo almeno tre ponti, particolarmente realistici, che collegano le varie aree del plastico, per sua stessa natura particolarmente piatto. Insomma un bel plastico che privilegia i movimenti di transito, specie in automatismo ma anche dedica particolare attenzione alla composizione e al ricovero dei convogli pronti alle sostituzioni.
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