RRagazzi RRivarossi

 PLASTICO MAURO MARTINELLI

   di Massimo Cecchetti su traccia e foto dell'Autore

 

Lo splendido plastico di Mauro Martinelli si presenta subito come l'evoluzione dei plastici a cui Rivarossi ci aveva abituati praticamente da sempre. La soluzione del tavolato di supporto, su cui i tecnici di Como allestivano il plastico, qui cambia carattere. Il plastico si trova in una stanza, evidentemente riservata all'Autore, corre lungo le quattro pareti e all'altezza stimata dei termosifoni. Naturalmente la porta di entrata ed una porta-finestra sono attrezzate con mensole rimovibili, per permettere sia l'uso della stanza che la circolazione dei treni.  Ciò consente anche la presenza di un tavolo di lavoro, di una scrivania con PC e accessori, di una libreria (adibita a vetrina del materiale rotabile) e contemporaneamente disponendo del piacevole esercizio del plastico, perfettamente funzionante (anche con automatismi) e dalle notevoli dimensioni (m 3,85x2.68).

 

In primo piano Pergine, la più grande e una delle tre FV del plastico. Essendo titolare di 4 binari di transito, di un notevole scalo merci e di un DL con piattaforma girevole è naturalmente il centro focale del plastico. L'animazione è notevole, determinata dal gran numero di personaggi e da un apprezzabile traffico di materiale rotabile. Nella foto tutti i quattro binari di transito sono occupati da convogli. Sul primo binario una doppia di Gr835 e Gr851 con un convoglio merci e sul secondo un convoglio passeggeri in transito. La colorazione in grigio delle carrozze passeggeri data il plastico agli anni '70, come desiderato dall'Autore. Sul terzo e sul quarto binario transitano altri convogli di cui uno al traino di una Gr740.254, la storica motrice rivarossiana, qui nella sue ultime evoluzioni industriali. La bella linea aerea è completamente autocostruita, palificazione e catenaria. Sopravvivono però gli isolatori, chiaramente Rivarossi. Ma ne parleremo più avanti. In basso al centro spunta la vela di uno dei tanti segnali autocostruiti.

 

Lo schema del plastico di mano dell'Autore. In verde le due “passerelle” rimovibili che collegano i due diorami (in azzurro) e che, grazie a loro, diventa unico grande plastico. La passerella a dx (in corrispondenza della porta finestra) è abbastanza larga e lunga da diventare, opportunamente decorata, parte integrante del plastico stesso e che Mauro chiama “la valle sospesa”.

 

La piattaforma girevole è autocostruita con materiali di recupero. La tina faceva parte di un gioco Mattel mentre la ringhiera proviene dal modellismo navale. Nella foto, a sx, si notano una draisina ed una scala mobile per la verifica della linea aerea. Sullo sfondo gran parte del significativo parco motore del plastico.  Sul tronchino due carri aperti a sponde alte (Ltm1922) con carichi di scorie. In prossimità della colonna idraulica si vede parte delle torri faro che illuminano il piazzale e lo scalo merci, realizzate con tubetti di ottone di diametri opportuni e componenti per modellismo navale.

 

La Gr740.254  al traino di un convoglio passeggeri, mentre imbocca una curva in prossimità della fermata di Dubino. Alcuni contadini sono intenti alla cura del terreno, animando la scena di un piccolo appezzamento di terreno accanto alla ferrovia.

 

La locotender Gr940 in sosta  tra un piccolo convoglio di soccorso ed una e424. In alto a dx si nota una D234 al vero proveniente dalla trasformazione dei telai delle Gr835. Nel binario accanto una bellissima tirata di carri chiusi F1925 in attesa di smistamento. Curiosa l'aggiunta del doppio camino alla locomotiva.

 

Un attimo di pausa nella giornata degli omini Preiser. Il ristorante, elaborazione di un modello commerciale, si presta a vivacizzare l'ambiente sereno del paesino di S.Nazario. Anche le auto contribuiscono a stabilire l'era ferroviaria del plastico.

 

Al deposito locomotive non poteva mancare un carro di servizio carico di scorie. Lo smaltimento di questi materiali era un lavoro gravoso e che doveva essere continuamente mantenuto in esercizio. E con grande dispendio di fatica, personale e mezzi. A fianco del carro, nel binario adiacente, una e428 con musi aerodinamici. L'edificio che si intravvede in alto a sx, la lampisteria, è una elaborazione da un modello Jouef.  In primo piano la bella fossa di visita.

 

Ancora uno sguardo alla parte di edilizia civile e religiosa del plastico. Si tratta, come è facilmente intuibile, di autocostruzioni integrali e riproducono un ambiente prettamente italiano. Cosa non facile specie se si vuole ricostruire un paesaggio tipico e databile a partire dal primo dopoguerra. L'antenna televisiva, come le altre presenti sul plastico, sono tutte autocostruite. Un piccolo particolare ma dal risultato notevole.

 

Un campo lungo sul deposito locomotive. Si tratta di un modello Vollmer, a due vie, a cui l'autore ha dato una massiccia intonacatura per renderlo più italiano. Il deposito ricovera anche motrici elettriche, come si può notare dalla presenza della catenaria e dalla e428 che sta uscendo. Addossato al deposito la piccola area, autocostruita, per il rifornimento dei mezzi diesel.

  

Tra le due stazioni (Pergine e S.Nazario) non poteva mancare Dubino, una delle più belle riproduzioni di edilizia ferroviaria di Rivarossi. Più che “stazione” la potremmo definire “fermata” visto il ruolo minore rispetto alle due FV più importanti ed essendo il tracciato, oltretutto e in quel tratto, a binario unico. Correttamente Mauro Martinelli la toglie dal suo marciapiede ufficiale e la posiziona su un marciapiede in curva; nonostante la piccola località l'afflusso di passeggeri è sempre notevole e anima piacevolmente la vecchia stazione. Nella foto si nota anche uno dei tanti lampioni a lira autocostruiti con microlampadine e tubetti di ottone.

 

Geniale soluzione in questa foto: la mensola amovibile, davanti alla porta-finestra, ha sotto di se, una bellissima “vallata sospesa” nel punto in cui i due ponti Vollmer superano la strada ed il fiume. L'effetto scenografico è notevole e dona  alla mensola (non più semplice “raccordo”) un carattere ed una personalità estetica in linea con il resto del plastico. In transito sui ponti una doppia di Aln 668 Fiat “micetta” (novità del 1964) ma nella versione più recente con silenziatori di scarico, aereatori, terzo faro, tromba e fischio (metà degli anni '80). Le due automotrici sono dotate di illuminazione e di arredamento interni, elaborazioni curate dell'Autore.

 

 

Finalmente un'altra complessiva della stazione principale ma questa volta con un primo piano dedicato al notevole quadro comando. L'Autore ci avverte che i pulsanti comando-scambi sono di Fleischmann come pure l'alimentazione dei binari correlata ai segnali di partenza. Una morsettiera con 100 contatti collega il quadro elettrico al plastico. I tre trasformatori Rivarossi presenti sono dedicati alla trazione, all'illuminazione e al movimento degli scambi e sono collocati su un carrellino, facilmente spostabile, per poter seguire il movimento dei treni in ogni punto del plastico. Osservando con attenzione notiamo la splendida realizzazione della linea aerea sia nella catenaria che nella palificazione, frutto di un certosino lavoro di autocostruzione con tubetti di ottone e fili di rame. Sullo sfondo, tutto a sx e in alto, la porta di accesso alla stanza. Mancava, al momento della sessione fotografica, la passerella di raccordo tra Pergine e Dubino.

 

Tra S. Nazario e Dubino, anzi all'uscita di Dubino, troviamo le sbarre funzionanti di un PL (Rivarossi) di cui ammiriamo, una volta di più, la precisione e la qualità degli stampi di un modello risalente agli anni 1959-60.

 

 

Il paesino di Pergine, causa il poco spazio disponibile, è appena accennato ma sono presenti molti elementi che lo rendono un “vero” paese: la strada principale che serpeggia nell'abitato, la bella chiesa, alcune case di civile abitazione e... un po' di traffico! Ma alcuni paesani non disdegnano di muoversi anche con la cara, vecchia Vespa Piaggio.

 

Finalmente un plastico dove il posto di blocco Rivarossi (Cabina Apparati Centrali Idrodinamici) fa magnificamente il suo dovere. Spesso lo vediamo inserito in parchi ferroviari striminziti e al massimo con due o tre binari da gestire. Più per inserire un bel modello Rivarossi che per una effettiva necessità di traffico. Il ferroviere di turno Preiser ha il suo bel daffare nel gestire il grande parco merci, il deposito locomotive e tutti i numerosi tronchini del plastico. E un gran bel daffare anche per L'Autore.

 

Il piccolo impianto di rifornimento carburante per le motrici diesel. Si tratta ovviamente di un'autocostruzione, addossata alla parete del DL di Pergine (Vollmer). Un ferroviere, vicino alla fontanella, aspetta la fine del turno. Il tronchino invece aspetta l'arrivo della motrice da rifornire.

 

Bella come sempre, con la sua arietta rustica e semplice, ecco S. Nazario. La 740.254 è in arrivo al primo binario, in lontananza e quasi in ombra, proprio sopra la cabina di guida, ancora uno dei tanti segnali, costruiti integralmente dall'Autore. Osservando con attenzione le foto del plastico ne vedrete tanti, tutti molto belli, a protezione delle tratte dedicate.

 

 

Campo lungo sullo scalo merci.  Due carri Mva sono in attesa dello scarico del vino contenuto nelle due grandi botti al loro interno. Che la stazione gestisca molti commerci di vino è testimoniato anche dalla presenza di botti e contenitori davanti alla porta principale. Espletate le formalità fiscali e commerciali, due bei camion anni '60 sono in partenza per concludere la spedizione su strada. Delizioso il muletto che sta ultimando il carico sul pianale con la sponda abbassata.

 

Chiusura in bellezza con un eccellente angolo ferroviario: il serbatoio d'acqua (campionato  da Rivarossi alla stazione di Primolano, sulla Venezia-Trento, nel 1958-59) sul retro del DL di Pergine. Sono inquadrate anche la sagoma limite e la pesa a bilico, con magazzino e segnale rosso d'ordinanza, autocostruite. Come sempre molto bella la staccionata Rivarossi, al tempo (1960-61) la probabile miglior riproduzione di questo accessorio.

 

 

Plastici Rivarossi

RRagazzi RRivarossi