La pubblicità di Rivarossi
(di Massimo Cecchetti e Giorgio Giuliani)
ANNI 1960-1969
Questo è il decennio di cui abbiamo il maggior numero di comunicati pubblicitari Rivarossi. La ditta fino all'anno prima si era indirizzata a un pubblico adulto e di appassionati, dato rilevabile anche dai vettori utilizzati: riviste di modellismo come "Modellismo" e "Italmodel", o generaliste ma lette da un pubblico adulto come " Epoca", "Arianna" o "Scienza illustrata".
Nel 1960 Rivarossi incontra "Topolino", all'epoca importantissima testata della Mondadori indirizzata ad un pubblico di bambini e ragazzi, con tirature enormi (inimmaginabili al giorno d'oggi) e seguitissima. Come sottolineato più volte, Alessandro Rossi puntava al "treno modello" per ragazzi e adulti, non al giocattolo, ma con l'esplosione del mercato del "trenino elettrico" grazie al boom economico e alla maggio capacità di spesa delle famiglie italiane, la ditta capisce l'importanza dei bambini/ragazzi come target per i propri prodotti. E comincia a rivolgersi ad essi tramite riviste specifiche e pubblicità mirate.
L'inizio della collaborazione è strepitoso, col concorso Topolino-Rivarossi, col marchio Rivarossi che per sei mesi è sistematicamente sulla copertina del diffusissimo albo, con un ritorno di pubblicità e di immagine eccezionale.
E Topolino resterà per tutto il decennio il vettore principale utilizzato dalla Ditta.
Immagine tratta dalla rivista "Rassegna di Modellismo" N. 23 del febbraio 1949
Semplicissima impaginazione tipografica; un leggero accento alla promozione dei treni dentro il flash intitolato ai "modellisti ferroviari" ed un grande risalto, invece, a prezzi e caratteristiche tecniche. Un grande bisogno di illustrare la piccola ferrovia non come un giocattolo ma come un vero e proprio passatempo scientifico e culturale. Rivarossi voleva imporsi sul mercato per la grande qualità tecnica dei suoi modelli e puntava direttamente a questo in questi primissimi comunicati commerciali
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