La pubblicità di Rivarossi
(di Massimo Cecchetti e Giorgio Giuliani)
Analizzare la pubblicità Rivarossi attraverso più di mezzo secolo di produzione non è cosa facile ed altrettanto impossibile riconoscere un unico e coerente filo conduttore. Nel corso degli anni, diversi e svariati furono gli obiettivi commerciali volti ad indirizzare le vendite. Consideriamo inoltre, che nel primo decennio (1940-1950) la presenza dei professionisti della comunicazione fu pressoché nulla, e dunque rileviamo comunicati straordinariamente semplici ed elementari, imbastiti frettolosamente “in casa” a seconda delle occasioni che le riviste di settore (gli unici media allora disponibili ed economicamente convenienti), proponevano, sia nel mercato italiano che americano.
Fondamentalmente analizzeremo la pubblicità presente sulla carta stampata, l’unica giunta fino a noi ed in grado di offrire una reale possibilità di analisi. E anche perchè non siamo a conoscenza di affissioni stradali o spot radiofonici, cinematografici e televisivi (se si esclude lo spot televisivo, dedicato alla scala 0, della fine degli anni '60), che permetterebbero un'analisi più estesa ed oggettiva. Consideriamo infine che, nel primo dopoguerra, la quasi unica fonte di comunicazione di una piccola azienda erano (escludendo i cataloghi) i comunicati stampa sulle riviste di settore, dal costo ragionevole e dal target mirato.
Per rendere la lettura più agevole cerchiamo di scomporla in periodi storici e suddividendola nelle due tranche: Italia ed America. |