Emozioni … davanti ad una AE 2002 primordiale A cura di Paolo Giacobbo
Quando un appassionato si trova davanti una scatola rossa come questa
si sente come un personaggio di Robert Louis Stevenson
che si trova infine davanti alla cassa del tesoro.
Aprirla è una vera emozione
una di quelle sensazioni che nascono nel profondo di noi stessi e che non è facile descrivere : Un sogno da bambino che si realizza ? La straordinaria storia di un oggetto poco comune ? L’orgoglio di possedere qualcosa di molto raro ? Il desiderio di penetrare nei suoi segreti ? Il ricordo delle peripezie per entrarne in possesso ? Una volta tolto il coperchio, all’ interno non troviamo dobloni, la sola cosa che luccica e che ricorda l’oro è l’ottone delle rotaie
mentre la base dei binari fa quasi tenerezza, tanto che ci sentiamo grati alla casa di Como per la sensazione di “art-naif“ trasmessa dal curioso impasto della bakelite, che vuol forse ricordare delle traversine di legno inserite in un pietrisco rossastro venato di terriccio ed erba
Ogni pezzo di binario è diverso dagli altri e noi ci concediamo il piacere di prenderli in mano uno ad uno e di osservarli ….. Diamo un’ occhiata alle istruzioni d’ uso
che ci precisano trattarsi di un treno del tipo economico: per fortuna , visto il suo prezzo esorbitante nel 1947! Tuttavia possiamo dormire tranquilli visto che abbiamo pure un foglio di garanzia !!
Poi l’occhio incontra il treno
un riuscito miscuglio di “Varesina“, di Nord Milano
e di non so cosa d’altro che rende bene l’immagine in miniatura di un convoglio sub-urbano non solo della Brianza, ma anche di una qualche altra grande città del mondo … Possiamo supporre che sia stata proprio questa l’intenzione più o meno cosciente del costruttore, vale a dire di non personalizzare troppo questo trenino per poterlo proporre su di un mercato internazionale?
Quando si guarda un oggetto come questo, il tempo passa senza che ce ne accorgiamo: è bello lasciar vagare liberamente i nostri pensieri senza porre limiti di tempo o di spazio!
Quando prendiamo in mano la motrice, le nostre sensazioni tattili completano quelle visive. La bakelite di cui è fatta la sua carrozzeria trasmette alle nostre dita una sensazione di calore, ben diversa da quella di un modello metallico ed il suo colore rosso scuro corrobora tale sensazione.
Questa motrice è munita di una zavorra di piombo sotto il telaio
e la nostra mano è quasi sorpresa dal suo peso …. Da sempre abbiamo inconsciamente la tendenza ad attribuire maggior valore ad un oggetto pesante e questo vale anche per il nostro trenino. Ora la nostra mano sfiora le capsule porta-spazzole apparenti sul fianco del modello
e non possiamo non ammirare l’ intenzione di chi lo ha concepito di renderne la manutenzione facile e a portata di tutti . La celluloide dei finestrini ha il giusto grado di opacità lattiginosa per dare la sensazione di trasparenza del vetro
pur celandone pudicamente le viscere, ovvero motore, cavi ed altro . Quando la mettiamo sui binari, questa macchina prende subito vita, con un rumore che ricorda quello delle elettromotrici vere di quegli anni Certo l’ inversione di marcia tramite la levetta posta sotto il telaio
parrebbe inconcepibile nell’ era dei modelli digitali, ma questo, agli occhi di un appassionato, non fa che aumentare il suo fascino! Una volta accoppiate, motrice e rimorchio avanzano dolcemente
guardandoci con i loro grandi fari gialli
e, ad andatura moderata, ora il loro rumore ricorda il ronfare di un vecchio gatto un po’ raffreddato. Ora però è arrivato il momento di richiudere il coperchio del tesoro
e di smettere di sognare, anche se, come dice Pascoli “…il sogno è l’ infinita ombra del vero“.
Febbraio 2021 Paolo Giacobbo
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