Automotrice Diesel "Littorina" FS - AN1
Prima produzione (1947/50)
Automotrice a nafta (diesel) tipo FS a due carrelli di
cui uno motore, inversione di marcia automatica.
Lunghezza 24cm Prodotta da Rivarossi dal 1947 al 1950
La Littorina di Rivarossi (Gabriele Montella)
Più che ogni altro questo modello permette di evidenziare i miglioramenti della produzione di Rivarossi nel giro di pochi anni. Già l’avvio era stato interessante. Contrariamente a taluni produttori tedeschi (Eheim in particolare) che nell’immediato dopoguerra avevano sostituito la celluloide, risultata pericolosamente infiammabile, con l’acetato di cellulosa, che tuttavia era facilmente deformabile, Rivarossi fin dall’inizio della sua produzione scelse la bachelite. Trattasi di un materiale basato sulla resina termoindurente della formaldeide che si forma dalla reazione sotto calore e pressione del solido cristallino del fenolo. All’epoca per le sue qualità di non conduzione elettrica e di termoresistenza era usato specialmente per le intelaiature dei telefoni e degli apparecchi radio. In Rivarossi intuirono subito che quello poteva essere il materiale adatto per resistenza ed economicità (a prescindere dagli stampi) per le carrozzerie soprattutto di automotrici e locomotori (casse). La produzione della Littorina, anche senza espressamente richiamare il modello ALn 772, iniziò nel 1947 e durò fino al 1950. Uscì in varie colorazioni, per lo più di fantasia, indizio evidente della destinazione del prodotto al mercato del giocattolo.
Infatti oltre alla versione “beige – rosso - marrone” vennero prodotte versioni “verde – giallo” e “viola – azzurro” e financo “azzurro – rosso”, “bianco – azzurro” e “bianco – rosso” e altre improbabili. Il motore a corrente continua o alternata era ad albero orizzontale e il moto era trasmesso alle ruote del carrello con ingranaggi a cascata. Non potendosi eccedere nel loro numero per evidenti ragioni di semplicità costruttiva ne conseguiva che il modello risultava velocissimo anche a bassa tensione e di qui un altro indizio della sua destinazione al mercato del giocattolo. La presa di corrente era data da lamelle d’acciaio che scorrevano a contatto delle rotaie. Solo alcune versioni disponevano di dispositivo automatico di inversione di marcia. All’altezza del carrello motorizzato la carrozzeria sul lato sinistro era forata per permettere l’alloggiamento dei tappi di contenimento delle spazzole, come peraltro accadeva per tutti i modelli della prima produzione (Automotrice 2002 FNM e Tram a carrelli). La vetratura era opaca. Per quasi tutte le versioni di colori era prevista una unità folle.
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